mercoledì 27 ottobre 2010

FIGLI DELLE STELLE di Lucio Pellegrini




Figli delle stelle

REGIA. Lucio Pellegrini. 

 






ATTORI:

Pierfrancesco Favino

Fabio Volo

Giuseppe Battiston

Claudia Pandolfi

Paolo Sassanelli

 

GENERE:Commedia

 

DURATA: 102 min.

 

E’ un film che ripropone in chiave un po’ nostalgica gli anni del terrorismo, quello vero degli Anni Settanta, riesumati da un gruppo sprovveduto ed improvvisato: un portuale di Marghera, un precario cronico, un ricercatore universitario , un’ ingenua giornalista tv ed un uomo appena uscito di galera.

I membri di questo gruppo sono tutti uniti dal rigetto per la politica: quella sbrodolata ad nauseam in tv, dove meglio e più parli, vinci.

Il gruppo decide di rapire un ministro e di chiedere il riscatto per risarcire la famiglia di un uomo morto in un incidente sul lavoro, ma rapiscono non il ministro bensì un povero sottosegretario. E da qui inizia l’avventura, esilarante…

La gente di chiacchiere televisive oggi non ne può più e può arrivare a prendere le armi e ribellarsi. Ma il terrorismo di oggi è figlio della cultura del superenalotto, del Grande Fratello, dei tronisti e dei milleuristi. E’ figlio dell’incazzatura del tamarro un po’ coatto, che è pur sempre un’incazzatura, seppur diversa da quella rabbiosa del proletario degli Anni Settanta. E d’altronde non si può pretendere che il tamarro-coatto degli anni 2010 sappia scrivere comunicati politici come sapevano le fini menti marxiste del 1970 ed anni affini. E il terrorista del 2010 sarà un surrealista più che un terrorista.

E qui Pellegrini (uno che di televisione ne ha fatta tanta) è bravo, perché usando il registro televisivo al meglio, amplifica i difetti degli italiani (tutti un po’ tamarri, ormai) e crea situazioni assurde, patetiche ed esilaranti. E’ la versione di una moderna armata Brancaleone quella che mette in scena Pellegrini. E fa un film decisamente nuovo, fresco. Ci dà la dimensione di un cinema italiano che dopo tanti e continui tentativi pare abbia finalmente trovato un suo stile internazionale e proprio e si stia definitivamente lasciando alle spalle i fantasmi del neorealismo, seppure insista sugli aspetti caciaroni, confusionari della cultura sbraitante e arruffona del “volemose tutti bbene!” all’ Albertone nazionale. Un film che fa del caos di questa cultura (casinista) il suo punto di forza, facendo ridere.

 

Grande prova di Pierfrancesco Favino, soprattutto, e Claudia Pandolfi. Giuseppe Battiston bravo come sempre. Sottotono Fabio Volo (assai opaco, quasi tonto) e Paolo Sassarelli (un po’ spento).

E’ un film che sa unire bene generi diversi: comico, poliziesco e drammatico. Che ha trovate davvero fresche: come Bauer (Giuseppe Battiston) che all’arresto, trionfante, si dichiara prigioniero politico, perché finalmente felice di vedere realizzato il suo sogno di essere diventato un terrorista vero, come quelli veri degli Anni Settanta . Una ventata di gioventù la trovata di spiegare le ragioni della vita usando i testi delle canzoni.

Un bel film. Io tre stelle gliele darei, belle piene!

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