domenica 24 luglio 2011

Der Spiegel “Ciao Bella” ovvero l’arte dei tedeschi di spalare merda su un paese (l’Italia)


Der Spiegel “Ciao Bella” ovvero l’arte dei tedeschi di spalare merda su un paese (l’Italia)


Junge Frauen haben ihn (Berlusconi) gefragt: Was sollen wir tun, Herr Ministerpräsident?

Sucht euch einen reichen Mann (Sic!)


I tedeschi, probabilmente per natura, sono senza ombra di dubbio i più grossi spalatori di merda che esistano in Europa.

Ricordo benissimo quello scriveva BILD sulla Grecia in occasione della prima crisi greca. Io che greco non sono in quel momento mi sono sentito furibondo per il modo in cui quel giornale parlava dei greci e della Grecia.

I tedeschi, o quantomeno la loro stampa, toccano punte altissime di disgusto e cattivo gusto quando si impegnano a parlare male di un popolo o di una nazione.

Sarà per quell’astio che si portano dietro geneticamente e che li spinge nella modernità a rivivere le faide delle loro origini barbare.

Non è un caso che “faida” sia una parola di origine germanica (longobarda), che perteneva al diritto alla vendetta privata, che sicuramente ha segnato la famiglia Kohl dopo la morte di Hannelore Kohl, per fare un grande esempio; o quel medesimo astio per cui un’amica tedesca, per essermi dimenticato - una volta in cinque anni - del suo compleanno, nonostante un sms e una lunga email di scuse sincere e sentite, tre giorni dopo, non mi ha più parlato, per fare un esempio piccolo.

Tutto questa lunga introduzione per arrivare alla copertina e articolo di fondo del DER SPIEGEL “Ciao Italia” (nr 29 del 18/07/2011).

Premesso che condivido pienamente le critiche al nostro primo ministro (ormai un uomo solo ed allo sbando), sono però disgustato dalla maniera maniacale di gettare merda sul nostro paese.

Io che di italiano ho ben poco, cominciando dall’aspetto per finire ad un latentissimo senso patrio, mi sono questa volta indignato davanti a tanta cattiveria e negatività ad arte. Un noiosissimo centone di 10 pagine che lista i luoghi comuni e offensivi (almeno per me) della politica e della società italiana, senza minimamente voler andare al di là della superficie apparente e fare un’analisi più approfondita.

Quanto siamo lontani dal Libro di Bill Emmott Forza, Italia: come ripartire dopo Berlusconi, che metteva in luce i mali dell’Italia ma si sforzava di fare anche un’analisi per vederne i lati positivi.

Ma chi sono questi tedeschi per giudicare l’Italia in tali termini?

Loro, un popolo astioso che è stato la causa di tante morti nella storia dell’Europa, e che a causa di questo passato il passato non passa né in un senso né in un altro: cioè olocausto e nazismo che impregnano in profondità le strutture sociali e la coscienza di quel paese. Da un lato l’anima giudea del paese che impedisce ai giovani di dimenticare (perché viene anche il momento in cui è giusto dimenticare le colpe dei padri e di cui non si è più in alcun modo responsabili), dall’altro l’anima nazista che mai tramonta e sempre riaffiora.

Saranno anche la locomotiva dell’Europa ma toccano il fondo nella modernità sociale; la loro letteratura contemporanea è ridotta ad un provincialismo peggiore di quello italiano (che è tutto dire…). Il loro cinema è di una povertà quasi assoluta. I quotidiani già dal formato annunciano quanto siano datati per format, idee e contributi (prendano esempio da EL PAIS tanto per fare un nome di un ottimo giornale internazionale…).

In politica estera si rifiutano di schierarsi con la NATO a favore dei ribelli libici ma vendono poi i carrarmati all’ Arabia Saudita che ha aiutato la repressione in Bahrain.

Nelle parole di Helmut Kohl stesso: la Germania di oggi (Merkel) è la più grossa distruttrice del progetto Europa di cui una volta fu uno dei massimi fautori [Die (Angela Merkel) macht mein Europa kaputt]

Leggendo l’articolo (pur condividendo, come ho già detto, le critiche all’uomo in fuga dal paese Italia eccetto che da se stesso, id est SILVIO BERLUSCONI) verrebbe anche da pensare che l’articolo sia stato sponsorizzato da Bersani se non fosse che poi non dipinge bene neanche la sinistra.

Un articolo a senso unico, condito dall’arte magnifica del reporter tedesco di spalare merda con arte sul paese da loro amato ed irriso a necessità.

sabato 16 luglio 2011

PRAYER TO GRACE


July 16th 2011. Today after so many years the darkness left my soul for the first time. The veil fell down and I saw the light. I saw the world with the eyes I had when I was a boy. Dreamy eyes lightful eyes and I see now so clear and lucid without any torment and pain I see the new world outside.
Oh Grace stay here by me forever. Don't don't don't leave me again!

venerdì 15 luglio 2011

Il cibo di Cartesio


Per cibo cartesiano intendiamo la riduzione del cibo a nutrimento dell’anima: i cibi migliori come il miglior nutrimento dell’anima.

Così come Cartesio aveva inteso la riflessione (il Cogito) quale prova migliore dell’esistenza dell’essere(Cogito ergo Sum), così la prova di un’anima che sostiene il corpo può avvenire solo attraverso il miglior nutrimento dell’anima, attraverso il corpo, del pari che in Cartesio il pensiero aveva nutrito se stesso e la sua felicità. Il pensiero felice era la prova dell’esistenza di Dio. Solo nel pensiero completo e pieno (Cogito) si trovava il fondamento stesso del Cogito: Dio.

L’anima individuale si radica perciò nell’atto della nutrizione. L’ottima nutrizione eleverà l’anima verso la Magna Anima del neoplatonismo, che nella pienezza della propria felicità individuale si ricongiungerà alla Felicità da cui si era in principio distaccata per cadere verso il basso e unirsi agli elementi grossolani.

domenica 10 luglio 2011

IL CAPITALISMO EUGENETICO


Già all'inizio dei social media, l'extimacy aveva, per disposizione volontaria del soggetto, altamente assottigliato la sfera della privacy. Ora a cavallo fra il Web2.0 e il Web3.0 la privacy esiste in quanto punto di riferimento dell'attività di tracciabilità di cookies e programmi spia e algoritmi che analizzano le attività dei soggetti del Web. In tal senso esiste e si costituisce la privacy nel Web: il suo status ontico è quello della permanente tracciabilità ad infinitum.

Ma tutto ciò che concerne il soggetto e lo affetta ha una radice ontologica nel sistema politico e finanziario in cui la condizione ontica del soggetto si costituisce come orizzonte ontologico.

In parallelo al soggetto le democrazie soffrono della stessa debolezza del soggetto ontico, essendo anch'esse continuamente indagate, spiate, taggate, analizzate, contestate da più soggetti, contaminate dai flussi finanziari di mercati più liberi e senza i limiti dei confini nazionali. Dunque anche la privacy delle democrazie soffre anch'essa di s-privacy al pari dei soggetti individuali.

Alle democrazie è richiesta trasparenza nelle transazioni, negli emolumenti elargiti ai propri dipendenti, devono rendere conto di eventuali sprechi, vi è tolleranza zero direttamente proporzionale al comportamento non conforme dei soggetti che le rappresentano (Richard Nixon, Bill Clinton, Berlusconi insegnano...). I soggetti rappresentativi delle democrazie sono continuamente oggetto di intercettazioni che essendo, spesso, di scarsa rilevanza penale sono invece finalizzate al puro gossip per la distruzione dei soggetti medesimi...

Le democrazie dunque sono deboli come i soggetti che dovrebbero rappresentare, entrambi in balia ed ostaggio delle multinazionali finanziare che alimentano la macchina del controllo mondiale attraverso la Rete e la rapina continua dei dati personali (s-privacy), attraverso lo shadow banking, hedge fund, equity fund... ai fini di un controllo e reindirizzamento mirato delle disponibilità finanziarie tanto degli individui che degli Stati.

Il capitalismo che finora si poteva definire "selvaggio" è ora divenuto un capitalismo di pianificazione per il controllo totale della libertà degli Stati e degli individui.

Un capitalismo dunque eugenetico capace di selezionare e direzionare masse di denaro secondo i propri scopi.

sabato 9 luglio 2011

THE CONSPIRATOR di Robert Redford

The Conspirator

REGIA: Robert Redford

ATTORI: James McAvoy, Robin Wright Penn, Kevin Kline, Evan Rachel Wood, Justin Long.

GENERE: Drammatico

DURATA: 122 min


Un campo di battaglia pieno di morti e feriti. Sotto un dosso un coraggioso capitano nordista (siamo infatti nel periodo della Guerra Civile americana, fra nord e sud) gravemente ferito parla (intrattiene) un commilitone anche lui presumibilmente ferito gravemente.

Arrivano i barellieri e il loquace capitano si dimostra anche generoso concedendo al commilitone di essere soccorso per primo…

Dai campi di battagli si passa ai salotti, dove i reduci fanno da attrazione per dame assetate di storie e di matrimonio e i politici sono attratti a incontrarsi “come le mosche dalla merda” (tanto per citare una frase dal film).

In uno di questi salotti, si consumano le vicende politiche dell’ epoca ed anche il peggior crimine che fino ad allora sia stato consumato negli Stati Uniti: l’assassinio del presidente Lincoln.

Il giovane capitano; Frederick Aiken, guarito dalle ferite e avvocato ora in tempo di pace, viene forzato ad assumere la difesa, davanti a un tribunale militare, di Mary Surratt, una donna accusata di complicità nell'assassinio di Abramo Lincoln. Mary Surratt è infatti la proprietaria di una pensione in cui si riunivano i cospiratori, e il di lei figlio è infatti uno di loro.

Aiken, convinto all’inizio della colpevolezza della donna e dunque poco propenso a difenderla, tuttavia nello svolgersi del processo capisce uno dei diritti fondamentali della costituzione dei Padri della Costituzione: nessuno è colpevole prima di essere giudicato. Cosa che invece sembra aver dimenticato il pubblico ministero. Per questo vi si appassiona e si cala completamente in questo ruolo: lui che è stato difensore per 4 anni dei diritti dell’uomo sui campi di battaglia, sarà ora difensore dei diritti civili in un’aula di tribunale.

Iniziano con il processo i grandi discorsi sulla democrazia e sui diritti dei cittadini garantiti dalla costituzione, che però ancora una volta, oggi (vedi la brutta figura della giustizia americana con il caso Strauss – Kahn), sembrano solo favole hollywoodiane [non per nulla questo è un film di Robert Redford; non per nulla i valori alla base e la struttura della storia ricordano “I tre giorni del Condor” ( 1975) e “tutti gli uomini del presidente” (1976) di cui lui è stato interprete].

Il film si snoda né troppo veloce né troppo avvincente, fra ambienti ricostruiti, in modo molto cartonato, alla Cinecittà dei tempi di Ben Hur, tanto per intendersi.

Narturalmente il film si sarebbe dovuto giocare sull’abilità dei dialoghi che oppongono le motivazioni costituzionali dell’avvocato difensore e il modo prevaricatore di ogni diritto civile da parte del pubblico ministero, che sarebbe stato l’ elemento che avrebbe dovuto tenere su tutta la storia e renderla avvincente, senza però riuscirci, a nostro avviso.

Uno dei pochi meriti del film è, eventualmente, di farci riflettere sulla debolezza delle democrazie che, mutatis mutandis, sono un po’ come l’antidoping: sempre in ritardo rispetto alla verità dei tempi, ma tuttavia perfettibili.

Voto: 2 stelle

domenica 3 luglio 2011

Aforismi sulla fenomenologia delle democrazie occidentali


Grassetto
AFORISMA 1

Le democrazie occidentali, ostaggio del mondo finanziario delle banche mondiali, sono incapaci di ascoltare i veri bisogni della gente, di rappresentare le vere istanze della gente. La frattura è sempre più grande fra politici che non rappresentano e i non rappresentati

AFORISMA 2

Il nuovo dogma delle democrazie occidentali: tutto per il popolo, però senza popolo, ovvero governare per ilpopolo senza recepirne le istanze.

Promettere al popolo in nome della Democrazia ma agire esattamente nel senso contrario del promesso

AFORISMA 3

Se ci sono rivolte nei paesi arabi è segno di democrazia, se queste rivolte avvengono nelle democrazie occidentali è segno di sovversione: Il doppio pensiero di chi rappresenta senza più rappresentare

AFORISMA 4

Le democrazie sono come l'antidoping: sempre in ritardo rispetto alla verità dei tempi, e tuttavia perfettibili





RIFLESSIONI SUL DOLORE - RIFLESSIONE QUINTA – Dolore e Male


RIFLESSIONE QUINTA – Dolore e Male

Il Dolore ed il Male hanno la stessa radice?
In apparenza parrebbero. Ma non necessariamente il Dolore ed il Male combaciano.
Non tutte le persone che soffrono sono malvage e non tutti i malvagi soffrono. Ergo la radice del Male non sta nel Dolore né il Dolore è radicato nel Male anche se il Dolore può essere causato dal Male e il Male dal dolore.
Dolore e Male dunque sono due distinzioni che rimangono tali né si annullano nella stessa radice.
Sono, per così dire, due categorie ontologiche chiaramente afferrabili. Sia il Dolore che il Male immobilizzano l'essere, lo sclerotizzano, lo chiudono al Mondo e soprattutto alla sua bellezza. Emarginano l'essere perché hanno come mira svuotare l'essere per distruggerlo definitivamente.
Per questo chi si sottrae al Dolore o al Male deve riappropriarsi della vita, della sua bellezza, del beneficio della meraviglia, e imparare di nuovo a vivere per la salute e la felicità.

sabato 2 luglio 2011

13 ASSASSINI di Takashi Miike



13 Assassini

REGIA:Takashi Miike




ATTORI: Kôji Yakusho, Yusuke Iseya, Tsuyoshi Ihara, Takayuki Yamada, Sosuke Takaoka.

TITOLO ORIGINALE: Juusan-nin no shikaku.

GENERE: Azione

DURATA: 141 min

Il film inizia sotto un cielo greve e plumbeo, che minaccia tempesta. Solo, sotto quel cielo funesto, un samurai che inginocchiato prende la spada se la pianta nello stomaco aprendolo.

E’ il segno di una protesta politica, nell’unico modo che un samurai può dissentire dal suo signore.

A corte dello Shogun, il nobile Naritsugu un folle sanguinario, commette atrocità, le più barbare. Uccide i servi esercitandosi nel tiro con l’arco. Abusa delle donne e poi ne mutila gli arti e gli taglia la lingua. Quel folle inetto e imberbe ma pazzo sanguinario grazie alla benevolenza dello Shogun sta per entrare nel Consiglio. Sarebbe la disfatta per l’intero paese.

Il consiglio degli anziani richiama allora dalla pace dei fiumi dove si è recato a pescare (che altro potrebbe fare un samurai in tempo di pace?) Shinzaemon, l’unico samurai che può riuscire nell’impresa impossibile di passare attraverso la cruna dell’ago: ovvero eliminare il perverso Naritsugu.

Da quel momento le mani di Shinzaemon cominciamo ad avere il tremore del guerriero prima della battaglia. Sotto quel segno Shinzaemon raccoglie attorno a sé 12 valorosi quanto insuperabili samurai che hanno scelto la via della spada come l’unica via della loro vita e in quella ne sono divenuti maestri insuperabili.

A loro si unirà un vagabondo della foresta, matto e sconclusionato: Koyata.

Così i tredici insuperabili samurai si preparano alla battaglia della loro vita: uccidere il pazzo Naritsugu.

Atmosfere notturne, grevi, cupe da tragedia , per parlarci delle faide del Giappone medievale.

Un film solido, un po’ del vecchio stampo “cappa e spada”, punteggiato da avventura, onore, coraggio, disprezzo della morte. Cameratismo. Astuzie. Crudeltà. Tanti duelli. E soprattutto 13 contro 200 pronti a morire per il bene del popolo!

141 minuti di buona visione, che non impegna affatto il cervello e ci aiuta anche a ritemprarci in un bagno di sangue e duelli.

Film consigliato.

Tre stelle.