domenica 9 dicembre 2012

Die historische Entwicklung ist nicht zufällig, sondern ist Manifestation des objektiven Geistes



Che cos' è lo Spirito storico? E' il trend, la direzione del momento storico che è l'elemento che muove il soggetto con i suoi impulsi. Mai è il soggetto individuale a muovere gli impulsi prodotti dallo Spirito oggettivo del momento storico ma sono gli impulsi prodotti dai movimenti direzionali prodotti/generati dallo Spirito del tempo a muovere il soggetto: come il musicista produce i movimenti sullo strumento che l'armonia gli impone.

Ecco perché in momenti di crisi come l' attuale  i sentimento generali sono quelli dell'isolamento, scoraggiamento, depressione, sfiducia...ed egoismo per la sopravvivenza dell'Io in sé.
Le dinamiche dello Spirito del tempo causano i sentimenti generali del tempo.

mercoledì 31 ottobre 2012

L' ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI - Considerazioni attuali



Cos’è il reale?
Gli scrittori giapponesi ci insegnano che toccare una superficie è mettersi in contatto con una struttura profonda che corre parallela ma invisibile.
Se tocco una tazza da tè che da generazioni appartiene alla stessa famiglia entro in contatto con un corridoio che porta diritto dal primo all’ultimo membro che usò quella tazza.  Se tocco un seno palpitante caldo e sanguigno posso presentire il fondo freddo della morte che alberga in quel corpo vivo di donna. Se guardo un arcobaleno percepisco l’arcano della felicità.
Cos’è l’essere umano?
Oggi l’essere umano vive nei cluster. La sua individualità avviene all’interno delle relazioni dei cluster. L’essere umano si riduce ad una sfera di metallo senza più protezioni narrative che lo riparavano dagli urti e in virtù di quelle coperture si proteggeva con uno schermo connettivo che indirizzava selezionava e attraeva le relazioni e le creava.
Oggi l’essere umano è privo di quelle protezioni narrativo-connettive, in quanto è privo di ideologie, di senso culturale, di formalitates (galateo, ruoli sociali e di genere…) e perciò è liquido e tutto conchiuso in sé e e si riduce ad una monade sferica trasparente liquida ed asessuata in un mondo di nudi e sesso sbattuti in faccia. Non c'e' piu' mistero ne' magia ne' attrazione dei sessi opposti che vada al di la' di un mero (s)contrarsi cozzarsi copularsi in modo talmente transparente che vedersi e incontrarsi fra un uomo ed una donna e' meno interessante che vedere e incontrare i membri piu' vicini del cluster in cui momentaneamente fluttuiamo.
Per questo non sentiamo più, non percepiamo più le strutture parallele degli scrittori giapponesi. Non sappiamo ascoltare perché tutto è visuale, tutto deve essere afferrato nell’istante del cozzo, dello scontro e della copulazione. Tutto si esaurisce in quell’atto di effusione liquida. Non c’è più lo schermo che impediva una visualizzazione immediata e ci induceva all’ascolto

lunedì 29 ottobre 2012

Space Oddity


 
 
"Una societa' che permette a me e Lou Reed di imperversare 
E’ una societa' che va alla deriva e prima o poi sprofondera’ " (David Bowie)
 
 La mia mente ha preso il volo
Un pensiero, uno solo
Io cammino mentre dorme la città
 
I suoi occhi nella notte
Fanali bianchi nella notte
Una voce che mi parla chi sarà?
 
Dimmi ragazzo solo dove vai,
Perché tanto dolore?
Hai perduto senza dubbio un grande amore
Ma di amori e' tutta piena la città


Si era addormentato sulla spalla di Kenneth, il suo produttore.
Aveva chiuso gli occhi subito dopo la partenza.
Il viaggio da Malta a Roma lo aveva stancato.
Sì era addormentato sulla spalla di Kenneth d’improvviso ed era caduto in un sonno profondo che nemmeno le scosse dell’autobus disturbavano.
Poi aveva cominciato a sognare.
In sogno gli era apparso un uomo che si perdeva in una città. Una città piena di dolore. Una città sola dove non c’era nessuno.
Nel sogno aveva volto gli occhi al cielo e si era sentito sollevare su verso l’alto verso i suoi spazi infiniti. Ed era felice mentre saliva su verso la luce chiara della luna e vedeva la sagoma della città infelice rimpicciolirsi sempre più…sulla luna ad aspettarlo vide che c’era qualcuno…c’era Angie…
L’autobus ebbe un sobbalzò. L’autista aveva frenato troppo bruscamente.
David si riscosse e con lui Kenneth che pure si era addormentato..
David guardò fuori dal finestrino. Vide che l’autista del pullman si era fermato in una piazza dall’aspetto lunare e stava parlando con qualcuno. Forse cercava di farsi spiegare dove fosse l’Hotel Reale in cui avrebbero alloggiato.
Fuori del bus era ancora buio ma il sole cominciava a manifestarsi.
Finalmente erano arrivati. Sei ore di autobus li aveva distrutti.
Si era incazzato quando era arrivato con tutti gli altri a Roma ed aveva saputo che avrebbero dovuto fare sei ore di bus per arrivare in questa cittadina della Toscana dall’aria bizzarra sotto l’effetto di un’alba appena cominciata.

Lo colpì quella piazza. grande e selenica con al centro una chiesa, il punto di riferimento di tutta la piazza quasi fosse una torre di controllo

Ground control to major Tom

Era come un monolite al centro della luna che indicasse una zona d’atterraggio

Now it's time to leave the capsule if you dare

-          David! Ehi David! Mi senti? Ma che stai pensando?

David si era soffermato sulle scalette dell’autobus ad osservare rapito la visione di quella chiesa, quasi fosse un monolite davanti a lui, appena dorato dai primi raggi del sole come nell’alba del primo giorno sulla terra.
Quella voce lo distolse dalla visione.
Era una voce che conosceva.
Si voltò verso la voce e si trovò davanti Angie.

-          E’ bello vederti Angie- disse David con un sorriso. E le diede un bacio – ma come hai fatto ad arrivare qui prima di noi?
-          Sono venuta con una macchina a noleggio da Firenze. Ero lì da due giorni, da amici. Immaginavo che sareste arrivati prestissimo. Ho controllato gli orari dei voli di arrivo a Roma da Malta. Sull’autostrada da queste parti ho visto davanti a me un pullman. Vi ho riconosciuto e vi ho seguito. Diciamo che è stata una bella fortuna incontrarvi così per caso

David era contento. Ce l’aveva fatto a raggiungerlo. Finalmente avrebbe scopato.
Da Malta dove si trovava per il festival della Canzone le aveva inviato un telegramma

TOWN MONSUMMANO TERME 30TH SMALL TOWN TWO HOTELS LOVE BOWIE

Angie era diretta a Cipro a trovare i suoi genitori e aveva deviato per lui.
L’attrazione sessuale verso David era forte. E di questo David si sentì lusingato.
Era la compagna fissa di David Angie. L’aveva conosciuta che lei aveva appena diciannoveanni.
Ehi Kenneth! Hai visto chi c’è? C’è Angie!

-          Hello Angie. What a nice surprise!
-          Hello Kenneth

Non si piacevano molto in realtà Angie e Kenneth. E per questo il saluto fu un po’ freddino.

-          Hey! avete sentito che qui c’è una famosa grotta? Una specie di sauna naturale. Pare che faccia molto bene. Soprattutto bere le sue acque…abbiamo un paio d’ore libere prima di andare al teatro per le prove Facciamo il check in all’ hotel e poi andiamo là…che ne dite?
-          Grande idea Kenneth. Magari ci togliamo di dosso un po’ di stanchezza. Tu che ne dici Angie
-          It sounds good guys


Take your protein pills and put your helmet on


-          Kenneth io vengo in macchina con Angie all’Hotel. Ok?
-          Ok David see you there blokes!



Dentro la grotta c’era un atmosfera di un altro mondo. Forse era l’effetto delle luci. Forse gli anfratti stessi della grotta. Pareva che in quelle rocce concretatesi nei secoli fossero incubati esseri dall’aspetto deforme, racchiusi in gusci pronti a dischiudersi da un momento all’altro a causa del calore che illanguidiva l’aria..
In quella grotta gli pareva di essere dentro l’utero di un asteroide che viaggiasse nello spazio verso una destinazione sconosciuta. Ebbe da subito quella sensazione. Appena entrato.
Il caldo. Le stalattiti. I colori alieni che le luci causavano illuminando le pareti, le forme plastiche…
Si respirava un’atmosfera di eterna incubazione.

the stars look very different today

Gli pareva di aprire una porta e di perdersi nello spazio  infinito

This is major Tom to ground control, I'm stepping through the door
And I'm floating in a most peculiar way
And the stars look very different today

Una mano lo toccò. Era quella di Angie che gli sedeva sulla sedia a sdraio accanto. Lo riportò sulla terra da cui si era staccato ed osservava da lontano.

Tell my wife I love her very much, she knows

Si ricordò che nessuno ce la faceva a vivere con lui. Tutti dopo un po’ scappavano.
Angie era l’unica donna che riusciva a sopportare più di una settimana.
Angie lo strinse a sé e lo baciò.
Davide corrispose al bacio. Poi si ritrasse e la osservò da una certa distanza.

-          Perché mi guardi così David?
-          Angie…
-          Sì?...
-          Ma ti sei mai accorta che tu ed io ci assomigliamo tantissimo? Sembriamo quasi due replicanti
-          ???

Era bionda. Alta. Con un volto lungo come il suo. Filiforme come lui. Lo stesso tipo di naso e labbra più o meno uguali: sottili. Anche lo stesso taglio di capelli. Forse era per quello che stavano insieme.
Una volta David voleva stare con una ragazza.

-          Perché non ci mettiamo insieme io e te? – le aveva chiesto
-          Abbiamo qualcosa in comune? - gli aveva risposto quella ragazza. E difatti non si erano mai messi insieme

Angela l’aveva conosciuta che lei aveva diciannove anni.
Uscivano con lo stesso ragazzo. E alla fine si conobbero. Avevano un flirt in comune. E da allora erano divenuti inseparabili. Avevano molto in comune soprattutto nel corpo. Riconosceva in lei l’alieno che c’era in lui.
Ma indipendentemente dall’uno e dall’altra l’alieno che era in loro li aveva spinti a concedersi di nuovo a quel ragazzo in comune.
Forse era per questo che riuscivano ancora a fare coppia: erano perfettamente simili. Troppo simili per amarsi però.
David era stato innamorato una sola volta ed era stata un’esperienza terribile. Si era sentito come se fosse stato malato. Era completamente svuotato, anchilosato, stordito. Una condizione veramente odiosa. Per lui l’amore fu veramente una condizione odiosa. Aveva provato di tutto: ansia, stordimento, rabbia, gelosia…tutto tranne che amore…

-          Stavo pensando al major Tom…
-          Major Tom? Who’s this guy?
-          He was floating in the space…era uscito per una passeggiata nello spazio e ha perso contatto con l’astronave Here am I floating round my tin can far above the moon….mi sta venendo in mente le parole di una nuova canzone…ho come delle visioni. Dev’essere questa città. Soprattutto dev’essere questa grotta. Mi sembra di essere nell’utero un asteroide che viaggia nello spazio ad una velocità pazzesca. O forse è la schizofrenia che c’è in me. Io Angie quand’ero piccolo son passato dal ghetto nero di Brixton alla campagna con le fattorie…e questi contesti così diversi mi hanno segnato come schizo…o forse è la pazzia, la follia che è nei geni della mia famiglia. Siamo una famiglia di folli Angie. Siamo tre figli illegittimi…mio fratello è pazzo …mio padre ha sempre fatto il possibile per non lavorare…follia e genio? Mi piacerebbe che fosse così Angie…

Angie lo abbracciò tirandolo a sé.

-          Ti manco quando non ci sono David?
-          A lot Angie! A lot! – e la baciò. Ma mentiva e lo sapeva. Quello che gli mancava di lei quando non c’era era il suo corpo. Il sesso con lei. Era malato di sesso. Aveva bisogno continuo di sesso, come una belva che ha bisogno di carne quando ha fame. Lui aveva sempre fame.  A Soho andava spesso al Marquee quando aveva voglia di scopare. Lì ci andavano tutti i musicisti a far finta di parlare di musica ma in realtà ci andavano per scopare. C’era dei pezzi di fica notevoli e spesso calavano in città turiste che venivano apposta al Marquee solo per farsi chiavare da qualche musicista di rhytm’n’blues. Quando ci suonava passava la serata col cazzo duro: soprattutto d’estate quando davanti a lui c’erano tutte quelle fighe con certi coscioni tosti che lo arrapavano come un cavallo…
-           
-          Saranno i tempi David – disse Angie
-          What do you mean? – un po’ seccato per essere stato interrotto nella sua eccitazione…
-          Non sai che gli americani stanno preparando lo sbarco sulla luna. So, you are sort of symphatetic…
-          Sort of time perception? Geistzeit?
-          Sort of…


Kenneth era preoccupato da quando erano entrati in sala per registrare. Quei tre musicisti che gli aveva fornito l’organizzazione del Festival del Disco non gli ispiravano fiducia.
Lui la gente la vedeva lontano un miglio.
Erano fake. E difatti non potevano accompagnare David. Non sapevano nemmeno leggere la musica.

-          OK David it won’t be a problem. Ne abbiamo risolti altri a Malta. Ce l’hai la pista con te no?
-          Sì. L’ho portata
-          Bene! Allora tu fai le prove su quella. Io mi do da fare per trovare qualcuno che ti accompagni

Mentre David provava accompagnandosi con la pista Kenneth passò in rassegna tutti i cantanti. Sì fece dire che sapevano fare.
Scoprì che molti di loro sapevano suonare uno strumento.
Thank God! Anche se non sarebbe stato il massimo almeno un gruppo per accompagnare David lo avrebbe messo insieme.
Difatti per la sera Kenneth aveva  messo insieme un gruppo che avrebbe potuto accompagnare abbastanza bene David con la sua When I live my dream.
Kenneth era soddisfatto del proprio lavoro. Gli ci erano volute quasi sei ore di lavoro frenetico per mettere insieme quel dannato gruppo. Ora tutto era pronto.
Aveva anche saltato il pranzo e perciò decise di recarsi al bar per prendere qualcosa da mangiare.
Mentre attraversava la hall dalle scale stavano scendendo David e Angie, che si erano già preparati per andare a teatro.
Fuck! Erano uno spettacolo. Fucking amazing!
A Kenneth passò di colpo la fame e si fermò a guardarli.
Prima si andava ripetendo I am famished! I am famished!
Ora l’unica cosa che riusciva a ripetere era Holy shit! Holy shit! Fuck! Fuck!
Fra i due non sapeva chi fosse la ragazza.
David aveva quei suoi famosi capelli da alieno rossi con un abbondante ciuffo a spazzola e lunghi fino alle spalle.
Indossava una tunica bianca, con maniche lunghe ed ampie, che appena gli copriva i glutei e poi degli stivali alti, anch’essi bianchi,  fino al ginocchio. Aveva il volto completamente truccato. E con un sorriso terribilmente sexy.
Era bellissimo. Un androgino perfetto. A perfect fucking whore!
Kenneth quasi ne fu eccitato a vederlo. Aveva delle cosce muscolose e tornite che fuoriuscivano dalla tunica che erano uno schianto.
Di sicuro avrebbe mandato in estasi il pubblico e soprattutto le ragazzine che anche se non sapevano chi fosse era tutto il giorno che gli correvano dietro per Monsummano.

Angela gli stava sulla sinistra.
Aveva dei capelli biondo platino un po’ sullo stesso taglio di David. Indossava un abito bianco lungo fino ai piedi che le lasciava scoperte tutte le spalle e buona parte della schiena e metteva in evidenza un audace decolté.
L’abito era così trasparente che si vedeva benissimo che Angela indossava nient’altro che un paio di slip.
Tutti nella sala tacevano e guardavano i due scendere lentamente le scale.
Sembrava una strana coppia di pervertiti che si recasse all’altare nuziale.



When I live my dream, I'll take you with me
Riding on a golden horse
We'll live within my castle, with people there to serve you
Happy at the sound of your voice
Baby, I'll slay a dragon for you
Or banish wicked giants from the land
But you will find, that nothing in my dream can hurt you
We will only love each other as forever
……
When I live my dream, I'll forget the hurt you gave
Then we can live in our new land
Till the day my dream cascades around me
I'm content to let you pass me by
Till that day, you'll run to many other men
But let them know it's just for now
Tell them that I've got a dream
And tell them you're the starring role
Tell them I'm a dreaming kind of guy
And I'm going to make my dream
Tell them I will live my dream
Tell them they can laugh at me
But don't forget your date with me
When I live my dream

Quando cantò quella canzone sul palco con lo stile lento di Ragazzo solo, Ragazza sola la gente lo guardava come se vedesse sul palco la reincarnazione di Shelley il poeta inglese che aveva colpito i cuori degli italiani più di un secolo prima e che era annegato nella vicina La Spezia e le cui ceneri erano sepolte a Roma come quelle di Keats.
Si muoveva in una maniera nuova sul palco. Dopo Janis Joplin qualcuno portava uno stile nuovo sul palco, quello di un aristocratico alieno.
Lui si definiva una capra belante ma che sapeva portare finzione sullo stage. Si considerava il precursore di una nuova scuola di impostori. Ma gli riusciva naturale perché quella era la sua natura. Fingeva fuori quello che era dentro.
Era il suo modo di essere generoso, fingeva fuori quello che era dentro e lo metteva a disposizione del prossimo, come il più grande degli impostori.

I suoi occhi lo avevano fatto passare per un alieno. L’occhio destro non aveva lo stesso colore del sinistro.
Era il segno del suo essere di un altro mondo che trovava conferma. E lo spirito alieno era lo spirito che lo aveva guidato fin dall’inizio.
Finalmente i suoi sogni prendevano forma. Dopo anni di sole speranze.
E sentiva la forza del suo successo in una natura che abitava in lui.
Il desiderio è un grande motore e il desiderio l’aveva spinto ad essere quello che aveva voluto.
Era questa la natura dell’Essere? Il desiderio?
Anche gli animali provano desiderio.
Era dunque lo spirito animale che lo spingeva avanti?

Guardò Kenneth, il suo producer. Era a braccetto con Francesco Figueras, il delegato spagnolo.

-          Kenneth come ti ho anticipato – stava dicendo Figueras a Kenneth – il tuo cantante ci ha impressionati notevolmente. E’ bravissimo…peccato per l’accompagnamento…
-          Lo so Francesco…but you know that…this is not our fault this is yours…ci avete mandato dei disgraziati che nemmeno sapevano leggere la musica
-          …comunque Kenneth noi siamo stati impressionati dalla sua cordialità e dalla sua indiscussa bravura e per questo abbiamo creato un premio speciale per lui. Vorremmo perciò premiare la sua canzone When I live my dream con un premio speciale della giuria…

Kenneth si voltò verso David che aveva sentito tutto e alzò l’indice ed il medio in segno di vittoria.
-                     
Si sentiva ambizioso lui? No, non era ambizioso. Aveva dentro qualcosa che doveva portare fuori. Lo chiamava desiderio. La voglia di esternare la sua vera natura lo aveva portato su quel palco a vincere il suo primo premio. In un paese della Toscana dalla natura strana nel quale con ogni probabilità mai più vi sarebbe ritornato.
Ma qui aveva capito una cosa importante: che ce la poteva fare.
Che doveva semplicemente essere quello che si sentiva di essere per farcela.
Che le visioni che aveva erano quelle giuste. Che il suo genio e follia erano quelli giusti.
Che ora era il momento
Che la carne fresca, la gioventù, l’ingenuità erano le armi che lo rendevano immortale: Che poteva truccarsi, vestirsi e danzare sul palco con quella sfrontatezza ed ambiguità che Lindsay Kemp gli aveva insegnato:libera il demone e l’angelo che c’è in te.
E così avrebbe fatto finché il sangue le ossa, i muscoli, i tendini  e la carne gliel’avessero permesso.
Ora era il suo tempo.
Era uno splendido e perfetto fucking animal. A fucking piece of meat!

Making love with his ego Ziggy sucked up into his mind

sabato 7 luglio 2012

La delusione di aver creduto in un Dio falso

"Poiché quel che è distrutto patisce, e quel che distrugge non gode, e a poco andare è distrutto medesimamente, dimmi quello che nessun filosofo mi sa dire: a chi piace o a chi giova cotesta vita infelicissima dell’universo, conservata con danno e con morte di tutte le cose che lo compongono?"
Questa è la domanda dell'Islandese alla crudele Natura che il Leopardi mette in bocca a quest'ultima ma alla quale non risponde e fa scomparire l'Islandese che cercava il distacco e la lontananza dal dolore.
Quante persone hanno sulla coscienza i preti per aver loro tramandata l'immagine di un Dio falso e bugiardo all'Uomo? 
Di quale Dio ci hanno parlato? Di un Dio buono e misericordioso. Ma dov'è questo Dio? Dappertutto vi è sofferenza, sfruttamento, dolore, malattia e morte.
Nessuno vede questo Dio, o almeno solo a pochi è concesso. E' quello il Dio che fa i miracoli ma ammette il dolore e la malattia in attesa di un miracolo, se mai ci sarà? Ma che Dio è questo?


Il Demonio è l'antagonista del Dio. E se invece il demonio fosse il vero volto della natura crudele (del Leopardi) che in tutto testimonia l'assenza di un Dio e soprattutto la falsità del Dio che ci ha tramandato la religione?


Se un Dio c'è, forse allora è un Architetto. Un Fattore. Un Dio diverso da quello che le chiese ci insegnano e ci imbrigliano a credere.
Quel Dio non esiste. E se quel Dio è Cristo nei termini che ci hanno insegnato a credere allora quello è un falso Dio. 


E lo dico con amarezza, con delusione. L'ho cercato per tutta la mia vita quel Dio buono e misericordioso per scoprire alla fine solo una natura crudele che è "un perpetuo ciclo di produzione e distruzione, collegate ambedue tra se di maniera, che  ciascheduna serve continuamente all'altra, ed alla conservazione del mondo; Il quale sempre che cessasse o l'un o l'altra di loro, verrebbe parimente in dissoluzione"

lunedì 21 maggio 2012

L'essenziale è invisibile agli occhi








Se questo è mio padre non voglio essere vecchio. Se questa è mia madre non voglio essere vecchio.
Is God dead? Ha titolato Time.
Certo è assente.
Vedere la carne disfarsi così è segno della sua assenza. Assenza totale o totale indifferenza verso di noi.

Le bombe hanno ripreso ad esplodere in questo paese. Il terrorismo è come Dio: si era assentato. Ma il terrorismo è ritornato però. Dio no. Dio permane lontano e indifferente da questo paese. Da molti paesi di questo mondo.

E’ un altro compleanno. Un altro 20 maggio che arriva della mia misera esistenza. E fra poche ore se ne andrà come la vita dei miei genitori, che precederanno la mia dipartita se tutto sarà come natura stabilisce.
Li guardo. Se ne stanno a tavola davanti a me e mangiano muti. Anche mangiare gli è diventato una fatica, un peso che si aggiunge ad altri pesi.
E non posso fare nulla per fermare i giorni. Li posso solo osservare che passano, posso solo soffrire e subire. Nient’altro mi concede l’indifferenza del Dio assente. Posso solo sperare che l’imprevisto mi venga a salvare prima che la morte mi annienti .

Le bombe a Brindisi hanno ucciso una ragazzina di sedici anni. Melissa. Un bel sorriso. Gioia di vivere e tanti ormoni dentro di lei che la facevano sognare e sperare in quei futuri immaginati e sperati che solo un essere ingenuo è degno di sognare.
Ma forse è meglio morire così. Amati anche nella morte come si è stati amati nell’ardore della vita dagli amici che darebbero il cuore e la vita per te perché la vita ancora non li ha segnati. L’ingenuità ha un effetto protettivo dai mali del mondo.
Meglio morire così che spengersi poco a poco in una vecchiaia ignominiosa

Beppe Grillo dal suo sito oggi dice che c’è un complotto. Che non può essere una coincidenza perché ha smesso di credere alle coincidenze dal giorno che ha visto Andreotti in tv.

-          …da tempo ci si aspettava una bomba come questa, era nell’aria elettrica come prima di un temporale – ha concluso
-           
I miei genitori ascoltano e non dicono più. Mia madre tace. Guarda la tv con un volume allucinante. E’ quasi sorda e vede quasi nulla.  Siede e dorme tutto il tempo sotto il rombo di una tv onnipresente.
Mio padre fa la spesa, cucina e lava i piatti, pulisce la casa e legge il giornale tutti i giorni. Il giornale che io compro con la scusa che mi devo tenere informato sui fatti della politica, ma che in realtà compro per lui perché non si stacchi definitivamente dal mondo.
Hanno la loro pensione e per ora, nonostante l’IMU e il governo Monti, un governo di sanguisughe e vampiri, riescono ad arrivare in fondo al mese senza troppe difficoltà.
Avrò io la pensione?
La mia migliore pensione sarà una pallottola sparata dritta a una tempia. Non vedo via d’uscita.
Cerco un senso nelle cose. Un senso che non c’è.
Il mondo sembra accompagnare questo assurdità di vita. Dopo la bomba di Brindisi stanotte c’è stato anche un terremoto con epicentro in Emilia Romagna.
La mia camera stanotte vacillava e l’armadio stava quasi per cader giù. Mentre tutto tremava non sapevo che fare e così sono andato in bagno a fare la pipì. La lampada oscillava che pareva un pendolo. Io la guardavo e non provavo nulla e stavo seduto sul water.
La porta di camera dei miei genitori era aperta e dormivano beati.
Nemmeno il terremoto li riguarda ormai.

Ho incontrato Anna questo pomeriggio per prendere un caffè insieme. Siamo finiti in una delle poche pasticcerie aperte la domenica pomeriggio, squallida come la mia vita.
Le ho detto che voglio spararmi non appena che ne trovo il coraggio.

-          Non ne vale la pena – mi ha detto – non è la soluzione. Devi vivere la vita fino in fondo
-          Come posso se non trovo più un motivo per farlo?
-          Non lo so. Lo devi trovare

Vorrebbe che le scrivessi un libro. Il libro della sua vita

-          Ma hai fatto una vita normale. Non è molto interessante
-          Ma come normale? Con tutti i patimenti che ho avuto…
-          D’accordo ma non hai certo fatto l’agente segreto o il killer…insomma non mi pare una storia molto vendibile
-          Ma tu porteresti alla gente la storia di una persona normale che ha sempre creduto nell’ottimismo della vita. Dovrebbe essere una storia di ottimismo
-          Questo è già interessante…anche se le tragedie fanno vendere di più…comunque quando inizio a scrivere un libro parto da un’idea che man mano mi porta ad indagare la realtà. Scrivere diventa un approfondimento di un’intuizione iniziale. Io ho sempre odiato la politica e non ho mai provato interesse per l’economia. Il libro che sto scrivendo ora mi ha costretto a entrare in questi ingranaggi…non saprei che idea legare alla tua storia…non ho niente che mi stimoli a scriverla

Poi ho cambiato discorso e le ho detto che anche se vivo solo non sento la mancanza di una donna vicino a me. Che mi manca il sesso, quello sì (quando ho detto “mi manca il sesso” i suoi occhi si sono infiammati da dentro un’ombra scura).

La sera mi son messo a guardare il nulla. E mi ha parlato. Non ho ben capito che mi ha detto. Se avessi capito non sarebbe stato il Nulla a parlarmi.
Eppure il Nulla ha la sua lingua. Devi solo imparare a parlare quella lingua per capirla.
Mi ha parlato (ma l’ho capito il giorno dopo, dopo una lunga riflessione) di incorporei. Mi ha detto che per esserci un corpo dev’esserci un incorporeo. Alla base della vita ci sono gli incorporei che non sono sottoposti alla disgregazione della materia.
Non mi vedo come incorporeo. Eppure se il Nulla ti parla non può mentirti altrimenti perché avrebbe dovuto parlarti?
Sarà che non vedo il senso della vita perché non percepisco l’incorporeo che ne sta alla base?
Poi il Nulla ha cambiato discorso e ha cominciato a parlare di Aldo Moro. Mi ha detto che la sua morte fu assurda come tutti gli omicidi dagli anni Sessanta in poi.
Che senso hanno avuto?
Il senso dell’Odio, mi ha risposto il Nulla. L’ Odio è la condizione dell’uomo avrebbe detto Sartre.
Il Nulla conosce anche Sartre?
Mi ha citato questa frase:

Per condizione essi [i pensatori] intendono
Con maggiore o minore chiarezza
L’insieme dei limiti a priori
Che delineano la situazione fondamentale
Dell’Uomo nell’universo

Era Sartre quello?
Il Nulla ha taciuto risentito e non mi ha più parlato.

Son dovuto ritornare alla mia situazione al mio insieme di limiti a priori che delineano la mia situazione fondamentale nell’Universo.

Sarà incorporeo l’apriori?

Con quell’interrogativo mi sono addormentato.

Un giorno avevo sperato che dall’alto dei cieli venuti da un altro mondo esseri di un altro pianeta venissero a rischiarare questi limiti.

Ma ora non ci spero più e mi addormento. E forse sarà per sempre.

mercoledì 16 maggio 2012

Antonio Skármeta "Los días del arcoíris" (Planeta, 2011)






El libro está escrito en una atmósfera que ya no estamos acostumbrados a respirar en Europa y Antonio Skármeta conduce al lector a una Santiago fría y no democrática, donde una lluvia helada y constante imbuye los huesos de los ciudadanos con la opresión política de Pinochet.
Los personajes son gente humilde y casi básica. Viven como comen y respiran: comen italiano, quieren a Italia ( una esperanza para muchos de ellos) y respiran una vida gris: la única vida que el dictador Pinochet concede y que es la única posible para cada uno de ellos.
A pesar de esta atmósfera suburbana ysubhumana el libro va en una continua búsqueda de color para intuir la esencia de la vida, que la democracia podría representar y que sin embargo probablemente nunca representará porque la democracia es en realidad solamente un ajuste (compromiso) entre el pasado y el presente, entre lobbies y ciudadanos y a raíz de eso la libertad y la felicidad nunca serán inherentes a la misma naturaleza de la democracia.

venerdì 20 aprile 2012

Pier Ferdinando Casini un trend setter geniale!



Pierfurby (Alias Pier Ferdinando Casini) è un genio del riciclo. Capisce prima degli altri (della Casta, intendo) quella che è la direzione del mondo. E' un trend setter perfetto.
Fonda l'ennesimo partito. Ha capito che la direzione attuale della politica è il tecnocraticismo, secondo la struttura imposta a Bruxelles dai gruppi di potere finanziario internazionale. E' allora fonda il suo nuovo partito. Come si chiamerà? Non importa. L'importante è che ci sia la struttura di fondo che lui ha capito essere trendy: la struttura trasversale. La struttura trasversale era quella tipica dei transcendentales della Scolastica: l'ens, l'Unum, il Bonum...per cui con il minimo dello sforzo concettuale ne ingabbiavi tutte le categorie.
E lui così ha fatto. Prende una serie di politici che vedono di buon occhio la tendenza (Fini, Rutelli, Lombardo?,...) vi aggiunge un gruppo di tecnocrati (Marcegaglia, Profumo, Bonanni, Passera...) e così acchiappa tutte le categorie con il minimo dispendio energetico e accorcia le distanze che impongono sempre un grosso dispendio di risorse.
Per uno come Casini abituato a stare dappertutto e a battere tutte le strade è un gioco da ragazzi, alla barba dei bacucchi incapaci e retrogradi che lo attorniano alla Camera.
Come dicevo qualche tempo fa "attenti alla casta" perché sta riciclandosi. Non muore mai e rinasce sempre sotto forme diverse.

Complimenti Pier Ferdinando! Sei bravo davvero.

domenica 15 aprile 2012

Attenti alla vecchia classe politica che ha scoperto il modo per riciclarsi


Questa mattina sono stato a firenze ad un convegno promosso dal giornale online "Pensare libero" (http://www.pensalibero.it/).
Buono il tirolo "Spirito libero". Uno dei tanti  think tank che ormai vanno di moda. Un gruppo di socialisti e laici attempati e di lunga durata, che avendo visto le innovazioni dei social media e le istanze innovative dei giovani indignados e di Occupy Wall Street sulla scia dei movimenti delle Primavere Arabe, cercano (loro malgrado) di darsi una bella verniciata per apparire nuovi e riciclarsi.
Fin dall'inizio del convegno si lamenta l'assenza dei giovani. E si fanno tante paternali su come i giovani dovrebbero essere e di come ci si dovrebbe relazionare con i giovani.
Ma poi la maschera cade e si entra nelle solite logiche della mentalità partitica fino, da parte di un Professore, fare un elogio a Riccardo Nencini. Ora, prescindendo dalla persona Nencini, che non conosco e perciò non posso dire nulla, se questo, come diceva il Professore (di Diritto di qualcosa...) è l'unica figura valida in Toscana per un rilancio politico beh allora non meravigliamoci dell'assenza dei giovani.
E' l'ora che le persone come Nencini se ne vadano. Spariscano dalla scena politica: come altrettanto dovrebbero fare i Bersani, i Casini, i Di Pietro...
Ma ci rendiamo conto che abbiamo rischiato di avere un Amato come presidente del consiglio?
Questi politici sono i dinosauri del passato, il cotto che permane di una visione politica ottocentesca, vecchia, predona, senza idee, non innovativa, incapace di creare sviluppo perché chi sta ai vertici non ha coscienza di come si produca e si sviluppi lavoro e ricchezza e per assurdo pretende insegnare a chi effettivamente produce come si debba produrre con effetti disastrosi (Monti docet).
Basta allora con questi profili! spazio ai creativi, spazio a chi ha ormoni capaci di azionare visioni e generare visionari come Steve Jobs o innovativi come Mark Zuckerberg, Larry Paige per non parlare di Bill Gates...largo ai giovani (soprattutto giovani di mente) ai loro ormoni per far sì che questo paese diventi anche un paese per giovani e non solo di vecchi bacucchi.

mercoledì 11 aprile 2012

La cultura inconsistente della stampa tedesca



Che la cultura tedesca sia ormai da un pezzo evanescente lo sospettavano e non da poco (che poi anche la politica economica della Merkel sia inconcludente anche questo è un altro aspetto non trascurabile).
La conferma (e la delusione) è venuta dall'ultimo numero di DIE ZEIT, che era uscito con una copertina (almeno per me) allettante: YOGA MIT JESUS. meditation in der Kirche, Coaching im Kloster, Beten im Internet....
Mi compro subito il settimanale e la delusione non è poca...
Scoperta sensazionale: nell'era del Web2.0 la religione va verso il fai da te ed il sincretismo. E' che scoperta è questa? Anche il più sprovveduto lo sapeva.
Ma sono gli articoli che sono veramente privi di senso e da un giornale come DIE ZEIT non me lo sarei aspettato (anche se è il più fededegno testimone della cultura evanescente tedesca contemporanea. Da questa tendenza salvo il Sueddeutsche Zeitung che è un bel giornale anche se comunque non sfugge del tutto alla mentalità della Bequemheit tedesca, ovvero l'appiattimento anodino della notizia).

Il più interessante (si fa per dire) degli articoli è un intervista a un Universitaetprediger, Thomas Klier.
E si pensi che l'intervista inizia in questo modo: "Herr Klie, Sie sind Professor fuer Theologie. Wieso machen Sie neuerdings Yoga?"  Per finire con questa domanda: "Haette Jesus Yoga gemacht?"

(Sic! doppio)

venerdì 6 aprile 2012

Perché questa non è terra per i giovani


Che ha portato in alto aziende come Microsoft, Facebook, Twitter, Apple, Google? Una cosa sola: la creativita'. E chi ha potenzialmente la creativita': i giovani. E perche' i giovani hanno creativita'? Perche' sognano. E perche' sognano? Perché sono immortali. Perché sono così pervasi da ormoni che si sentono immortali. L' immortalità non ammette incertezza, decadenza, decomposizione ma solo certezza, voglia di vivere, certezza di vivere, voglia di sogni e di futuro. Chi è vecchio non sogna più. Chi è vecchio non crea più perché non ha più sogni, non ha più ormoni che lo spingono a sognare perché il suo futuro è più breve.
Ecco perché questo Paese è in recessione. Perché è governato da vecchi. Senza creatività, senza ormoni, senza  sogni, senza voglia di rischiare e mettersi in discussione.
E' un paese stagnante perché governato da esseri stagnanti che non hanno voglia di mettersi in discussione.
Da qualche parte, nei suoi libri, Milan Kundera diceva che un giovane è come una composizione musicale incompiuta e per questo è flessibile. Chi ci governa è una composizione musicale talmente piena che non ha spazi per l'autocritica. La troppa pienezza genera solo arroganza e mancanza di rispetto per l'essere umano, per la Persona, per il Cittadino che dovrebbero essere invece i valori guida di uno Stato che rispetti i suoi cittadini. E invece l'arroganza e la prevaricazione dominano (le lobbies) e la centralità del rispetto umano che è fortemente radicata nei giovani è completamente assente ai vertici del potere.

Uno degli slogan più belli degli anni Settanta (uno slogan immortale) era "La Fantasia al Potere".
Ecco che manca a tutti i governi che si succedono: la fantasia e la creatività, gli ormoni per sognare e fantasticare.
Il cittadino è solo Soggetto di tassazione e non più il Soggetto del rispetto di uno Stato democratico. E allora solo rigore e tasse e niente sviluppo e niente futuro per la Persona, il Soggetto. Soprattutto per i giovani il cui futuro è ben più lungo dei vecchi che stanno al Potere come lugubri lemuri, esangui e senza ormoni ma enfi solo di avidità.

domenica 18 marzo 2012

L'ottusità della classe medica


Dopo quella politica c'è un'altra classe ottusa (e probabilmente antimoderna come quella politica): quella medica.
Se si ha la disgrazia di finire nelle loro mani mani a causa di una malattia, inizia un giro senza fine (e di spese senza fine).
La prima caratteristica dei medici è di non ascoltare. Tu descrivi i sintomi e loro nemmeno ti ascoltano. Tu li vivi quei sintomi giorno per giorno, fenomenologicamente li esperisci e li provi sulla tua pelle ma per loro non contano.
La malattia va curata e non invece il paziente affetto da quella malattia.
Nel corpo nulla accade per caso e quando un fenomeno avviene il dottore dovrebbe tenerne conto invece di ostinarsi a curare una malattia astratta descritta da testi scientifici. Quel fenomeno potrebbe essere il primo indizio per risalire su su fino alla causa scatenante.
Si cura secondo schemi e non secondo sintomi (che appaiono sempre ad effetto domino).

I medici di famiglia sono i peggiori. Sono divenuti semplici distributori di medicine e facilitatori del giro pazzesco di denaro che sta dietro il business della sanità. Non azzardano, non provano nemmeno a curare: prescrivono analisi e medicine, medicine ed analisi.
Andare da un medico di famiglia è come portare una Ferrari da un modesto meccanico che lavora su modeste utilitarie. Rischi di fartela rovinare e per sempre.
Gli specialisti sono forse ancora più disumani, settari e ottusi di quelli di famiglia. Si concentrano sulla loro malattia e trascurano tutto il resto. L'unica cosa che non trascurano è di prenderti delle cifre assurde che ti impoveriscono e ti rovinano.

L'ablazione ad esempio (oltreché ad essere una lotteria) è un tentativo di risolvere drasticamente un fenomeno che forse talora potrebbe essere affrontato in altra maniera. Cercare di arrivare alle cause e curarle prima di procedere all'operazione (con agopuntura, omeopatia, yoga nidra...)
In certi casi curando problemi di intestino irritato e agendo sul rilassamento del sistema endocrino in cuori non affetti da particolari patologie ma comunque tachicardici o fibrillanti si potrebbe riuscire ad evitare un'intervento radicale come l'ablazione che può anche portare a complicazioni più serie di quelle per cui ci si era sottoposti all'intervento.

La classe medica (e lo Stato) misconoscono la medicina omeopatica dicendo che non cura le malattie. Forse non è attualmente in grado di curare malattie come il cancro ma non è vero che non curi altre malattie. Io sono la testimonianza della bontà della medicina omeopatica essendomi sempre e solo curato con medicine omeopatiche perché allergico a qualsiasi medicina allopatica.
La medicina omeopatica cura ed arriva in profondità. Risolve i problemi perché arriva alle cause. Ma il segreto del successo anche in questo caso è ASCOLTARE IL PAZIENTE. Solo con un ascolto continuo del paziente il medico può arrivare a curare. Diversamente è destinato a fallire.

C'è un assioma nella medicina allopatica: NON CURATEVI DA SOLI. Tale assioma è una visione cattolica che si ripropone all'infinito nella nostra società: NON RIMETTETE I VOSTRI PECCATI DA SOLI. E perché no? Perché mi è vietato il dialogo diretto con Dio in questo caso e con il mio corpo nell'altro caso?
Il paziente vive il suo corpo e la malattia, e il paziente può essere in grado di indirizzare la cura verso la strada giusta, ma questo da una morale ipocrita e corporativa come quella cattolica (che impregna tutta la nostra società) non è permesso.
Ancora una volta l'unica via libertaria (pur con tutti i suoi inconvenienti e rischi) è internet. La via dell'individualità, la via della modernità.
Io da internet ho imparato molto, non ho completamente risolto i miei problemi ma ho migliorato la mia situazione quando tutti i medici a cui mi ero rivolto (e che mi hanno preso tanti soldi) nemmeno erano riusciti a risolvermi delle crisi improvvise di fame che sono riuscito a curare facendo ricorso alla mia esperienza di navigatore.
Io ho rimesso da solo i miei peccati a Dio.


domenica 4 marzo 2012

CESARE DEVE MORIRE di Paolo & Vittorio Taviani


GENERE: Docu-fiction

Per intensità e sacralità pasoliniano, per i sussurri, i temporali improvvisi in sottofondo e livello onirico è il film dei Taviani.

Un Gomorrah shakespeariano messo magistralmente in scena rifacendosi alle origini del tema centrale del cinema neorealista: la scelta del dialetto come lingua degna del cinema italiano.

I fratelli Taviani hanno davvero cambiato stile. Sono divenuti meno ciarposi e polverosi di vetusta storia ottocentesca per farsi moderni, attuali, glocali e hanno confezionato un prodotto mainstream di alto livello stilistico (ma senza indulgere allo stile di per sé) rimanendo nelle migliori tradizioni del cinema italiano (quello di Pasolini), coniugando perfettamente lo stile al ritmo e a una storia di attesa sofferenza paura odio angoscia e speranza nelle vite degli attori della compagnia di teatro del carcere di Rebibbia che porta in scena il”Giulio Cesare” di Shakespeare.

Un film esistenzialista come non se ne vedeva da tempo.

Certo non è un film per tutti.

Voto: 4 stelle

lunedì 27 febbraio 2012

Capitalismo finanziario e strutturalismo genetico


Alla fine anche LORO finiranno per pagare quasi niente (IMU). Alla fine si continua solo e sempre a tassare chi è sempre stato tassato. Alla fine non paga chi non ha mai pagato: la Casta politica, la Casta dei funzionari pubblici con stipendi che sarebbero solo giustificabili se questi funzionari pubblici riuscissero a trasformare in oro tutto quello che toccano (e non lo fanno).
E la Chiesa continuerà probabilmente a non pagare quello che finora non ha mai pagato.
Prima almeno vi era un principio ideologico (morale?) per cui si diceva che le iniquità andavano colpite; ora mi pare anche questa remora ideologica sia caduta (come tutte le ideologie).
Ora si vive nello strutturalismo più completo. Lo strutturalismo del cluster di appartenenza. Il governo europeo (e di conseguenza le governances locali dei paesi aderenti all'Unione Europea) si è sottomesso de facto alla visione strutturale dei centri finanziari che dettano i modelli economici, la politica e l'ideologia. Si colpiscono così tutte le strutture (cluster) esterne alla struttura leader per favorire la crescita e la diffusione del proprio modello. Si selezionano le strutture e in base al codice "genetico" interno (linguaggio di appartenenza) le si favoriscono o le si colpiscono.
Per questo parlo di Capitalismo Eugenetico.

Nessuna sorpresa che una delle strutture ideologiche guida (in Europa) sia quella che ne detta i codici: la Germania.
Lo spirito, Die Vergangenheit die nicht vergeht, è sempre quello. Lo Stato al centro e l'aspetto selettivo dei codici genetici a latere (difatti ora si propende per l'espulsione dal proprio codice genetico di una struttura satellite che non è in grado di parlare lo stesso linguaggio: la Grecia)

C'è uno Spirito che dunque aleggia in Europa (rinforzato forse dalle Destre, grazie alla nullità delle Sinistre) e che lo pervade sospinto dalle potenti strutture d'oltreoceano.

E alla gente che rimane?
La gente all'interno di questo strutturalismo inumano non rimane che arrendersi o esasperare l'individualismo via rete (ma la democrazia non era partecipazione?) ribellandosi.

La ribellione è alla fine il grande Ego che accoglie ed incanala i tanti ego esasperati formatisi online.

Se non si ritrovano forme di partecipazione produttiva, politica e sociale dal volto umano la direzione si connoterà sempre più come nazismo strutturale.



sabato 25 febbraio 2012

Da "L'Eterno Ritorno" Incipit


Il libro è ordinabile a Akkuaria editore: veraambra@akkuaria.com


Quante domeniche come quelle potrebbero esserci nella vita di un uomo?

Io potrei dire di averne avute molte e per fortuna non tutte erano così.

Girai per la città in macchina quella mattina e vidi solo sofferenza.

Tutto mi parlava di un mondo che si distruggeva, che si sgretolava sotto un senso di marciume.

Vidi solo facce tristi intorno a me. Mi domandavo dove fosse finita la gioia, la voglia di vivere.

Io avevo fatto sempre la ricerca opposta. Ero andato sempre a cercare le forze del male che si nascondevano oltre quelle maschere di carne in disfacimento. Avvertivo quella forza che cerca continuamente di penetrare e dilagare in questo mondo, perché il male dilaga davvero in questo mondo

Non c’è più freno. Ogni barriera viene divelta.

Dal giorno che cominciai ad avvertire quella forza la mia vita divenne maledetta.

Una forza potente e senza nome da quel giorno si insinuò nella mia mente e coprì la luce dell’anima mia.

Cercai di arginare quella forza ma era come se lei sapesse sempre in anticipo le mie mosse.

Il mondo attorno a me si trasformava e io mi trasformavo con il mondo. Mi ammalavo a causa del mondo.

Bisogna sbrigarsi, fare in tempo a vivere

Prima che il sole tramonti

Prima che la neve cada.