mercoledì 31 agosto 2011

Perché spesso i nostri politici appaiono così cotti (il potere logora)?


Perché spesso i nostri politici appaiono così cotti (il potere logora)?
(Spazio, finalmente, ad una classe politica creativa)
La risposta più immediata è per mancanza di idee. Per il vivere immersi in un teatro che non è quello reale della vera rappresentanza. Solo i movimenti (cluster**) che vengono dal basso (primavera araba, M15 in Spagna, rivolte studentesche in Cile, in Siria….) hanno freschezza di idee. Questi movimenti portano idee dal basso verso l’alto. Il politico professionista invece sta nell’alto con la paura del basso. Si stacca di ogni realtà vera e da ogni vera rappresentanza, si chiude nei circoli dei partiti che ormai non rappresentano che interessi particolari di lobbies, ordini e caste varie. Mancano di quella freschezza di idee che i movimenti (cluster) che provengono dal basso hanno, perché rappresentano le vere esigenze di chi vive la vera vita: e questi in maggioranza sono i giovani. Ha dunque ragione chi dice che dopo un numero di anni un politico deve lasciare il posto per deprofessionalizzare ( e decuocere!) la politica (Renzi) e far sì che chi viene dopo trovi spazio e possa contribuire con l’entusiasmo e la novità.
Il politico cotto è il male della democrazia che si ammala della stessa malattia che fa ammalare i politici: la sterilità creativa. Una politica creativa sarebbe la cura migliore per le democrazie. Non sono forse i creativi quelli che cambiano i destini delle aziende? Come potrebbero essere al top aziende come Google, Microsoft, Apple, Facebook se non avessero creativi al loro interno?...
Perché allora non dare spazio ad una classe politica giovane ma soprattutto creativa che forse potrebbe davvero cambiare i destini di una nazione governata da rappresentanti ormai sterili, cotti, improduttivi e affossati ?

** Si veda il mio post: La lotta di classe sostituita dai clusters (Social Networking) - ovvero l' inattualità del marxismo http://milanprincipe.blogspot.com/2011/08/la-lotta-di-classe-sostituita-dai.html

domenica 28 agosto 2011

ekārtha a buddhist perspective of Language


In Buddhist logic the word for “synonym” is ekārtha and it means “one object”. For Buddhist logicians every single term has a proper reason to exist. Thus each ekārtha illuminates a little more the questioning of an object. This is a good lesson for Western mentality which tends to consider synonyms as a redundant repetition of meaning.

The spirit of ancient Indian grammarians is visible and congruous with this Buddhist perspective. Ancient Indian grammarians hailed the birth of a new word like the birth of a new (male) son.

giovedì 18 agosto 2011

La compassione buddista come modello di Business


Che il capitalismo sia in crisi come modello non c'è ombra di dubbio. Che le democrazie siano le grandi malate del momento è altrettanto assodato. Il problema di questi modelli è il vuoto di valore. Ciò che manca nel capitalismo, che da selvaggio si è convertito in eugenetico (cioè selettivo nella scelta mirata dei suoi movimenti/attacchi finanziari; si veda il mio articolo: http://milanprincipe.blogspot.com/2011/07/il-capitalismo-eugenetico.html), è il valore etico, o valore tout court.

Ho trovato assai interessante il video di Chade-Mang Tan "Everyday Compassion at Google" su TED: http://www.ted.com/talks/chade_meng_tan_everyday_compassion_at_google.html che ci mostra una compassion in action ispirandosi al pensiero di Matthieu Ricard (http://fora.tv/2009/10/16/Matthieu_Ricard_Speaks_on_Compassion).

E’ un tentativo, un tentativo di situare un valore all’interno della crisi dei valori. E’ anche una tendenza di un certo Marketing (vedi Philip Kotler “Marketing 3.0”).

Certo il tentativo di usare un concetto dinamico come la compassione buddista nel creare business (o nel marketing, aggiungiamo noi) è interessante e meriterebbe di essere approfondito. Certo è il momento di ripensare al vuoto che il capitalismo eugenetico ha lasciato dietro di sé, trascinandosi dietro le democrazie ormai indebolite (e indebitate) dalla sua potenza, e trovare dei valori da iniettare nella vacuità di un nulla fatto solo di denaro e di assenza di ideali.

Le democrazie (gli Stati) possono riuscire a rilanciare l'economia solo attraverso la competitività e non puramente attraverso una politica che miri al contenimento del debito pubblico. Il capitalismo (eugenetico) ha completamente tolto il senso della partecipazione alla “coscienza collettiva di responsabilità”[1] e eliminato gli ideali(smi). Difficilmente però potrà esserci competitività senza valori forti (soprattutto). La produttività potrà essere messa in moto solo agganciandola a valori che la sostengano. In primo luogo cultura e formazione.



[1] Lo ha ben colto Mark Schieritz in DIE ZEIT del 28 luglio 2011, vedi “Raus aus dem Schuldenloch”: “ Wir wollen Sozialleistungen wie in Skandinavien, aber Steuern wie in Sambia. Wir wollen gute Universitäten, aber keine Studiengebühren. Wir wollen eine funktionierende Verwaltung, aber keine neuen Beamten. Wir wollen eine gemeinsame Währung, aber keine Verantwortung für die Griechen übernehmen”

mercoledì 10 agosto 2011

La lotta di classe sostituita dai clusters (Social Networking) - ovvero l' inattualità del marxismo

La lotta di classe sostituita dai clusters (Social Networking) - ovvero l'inattualità del marxismo

Le recenti rivolte arabe (soprattutto quelle in Siria), le recentissime a Londra e anche la strage di Utøya pongono il problema di ridefinire l’individualità secondo i termini del Social Networking (Collettività).

Qualsiasi individualità ormai non può che essere definita che nel numero di relazioni sociali (amici, secondo la piattaforma Facebook) che ha. Ridefinire l’individualità in questi termini può portare a rivedere le strutture di ogni democrazia, tirannia, teocrazia, monarchia…(il meccanismo che sembra essere sotteso è sempre quello del tagging – ogni individualità è taggata nei termini di una più vasta collettività (Social Networking).

L’individualità di uno stato come quello palestinese trova una nuova ridefinizione nella gentrificazione del problema all’interno delle stesse rivolte arabe. Nel momento che i popoli arabi liberano se stessi dalla tirannia o dalla teocrazia, il “popolo arabo” tagga in modo diverso e nuovo la lotta per uno stato palestinese libero, secondo la nuova ottica liberata dalla gentrificazione: “If you want to liberate Palestine, you need to liberate yourself”[1].

Anders Behring Breiviks ha massacrato settantasette persone per dare senso alla sua (sciagurata) azione di lupo solitario, Werwolf.

Louis James, 19 anni, che ha preso parte alle rivolte di Londra per saccheggiare un negozio ed impadronirsi di un pullover da 120 sterline si giustifica semplicemente rimandando ad uno (non subito definibile) sfondo sociale che lo avrebbe condizionato: “No one has ever given me a chance.I am just angry at how the whole system works”[2]. E Jack Finn, 16 anni, che è sceso in strada a guardare senza partecipare al saccheggio dice: “I know a bunch of people who just came down here because they saw all this happening in TV and thought they could pick up a few phones”[3]

La ridefinizione di uno stato (di una democrazia soprattutto che è più sensibile ai temi individuali) avviene nella sua capacità di rappresentare (i.e ascoltare) le istanze dei rappresentati (i.e. popolo). Come diceva Heidegger l’ontico trova fondamento nell’ontologico. Ai suoi tempi ovviamente l’ontologico era lo stato nazista, in cui il Da-sein veniva deietto più come numero che individuo; oggi invece l’ontologico viaggia attraverso le strutture del Social Networking. Il widespreading e soprattutto la velocità di esso sia nel mondo arabo, sia in Spagna (Movimiento 15 de Mayo), sia in Inghilterra, testimoniano che il Social Networking arriva a costituire un organismo quasi indipendente dai singoli elementi (individuals) che lo compongono (cluster) ed assume una sua costitutività propria.

E’ un unprecedented che può essere solo ora adeguatamente messo a punto e studiato (si veda in particolare il libro di Nicholas Christakis e James Fowler “Connected”) grazie alla possibilità di avere ora a disposizione (anche se non sempre vengono concessi per analisi scientifiche) miliardi di dati dei Social Media e compagnie telefoniche.

E’ dunque diversa la rabbia di Louis James da quella di un giovane palestinese che ha preso parte alla marcia del 15 marzo (in cui i soldati israeliani hanno ucciso quattordici palestinesi) o da quella di un giovane siriano che protesta a Damasco?

No.

Strutturalmente ogni forma di rabbia si fonda su un supporto (Social Networking) che la determina all’azione, la sostiene e la alimenta ideologicamente (e non solo ideologicamente) conferendogli forma.

La forza di determinazione della forma (i.e. il contribuito individuale al networking) è dunque nella struttura (i.e. cluster) del networking medesimo.

In questo senso Heidegger fu preveggente e fortunato nella scelta della formula.

Entrambi, dunque, individui e stati (ontico) sono sottoposti alla stessa forza di determinazione e di azione ineludibile del networking (ontologico).

I conflitti d’altronde avvengono fra opposizioni di cluster: cluster che tendono all’oppressione delle libertà individuali (capitalismo eugenetico, teocrazie, democrazie ammalate e al servizio del capitalismo eugenetico…) con un movimento dall'alto verso il basso, e cluster vengono dal basso verso l’alto (primavera araba, Movimiento M-15, rivolte di Londra…).

I conflitti non avvengono più dunque per opposizione di classi ma per opposizione di clusters.


[1] Ganal Eid, founder of the Arabic Network For Human Rights Information del Cairo (citato in International Herald Tribune del 10 agosto 2011 in “Arab Revolts, a Fresh and Optimistic Embrace of the Palestinian cause”

[2] “Disillusioned and Jobless, Rioting Youth Feel Trapped” in International Herald Tribune citato

[3] International Herald Tribune articolo citato