sabato 13 novembre 2010

Noi credevamo di Mario Martone



Noi credevamo

REGIA: Mario Martone






ATTORI:

Luigi Lo Cascio

Valerio Binasco

Francesca Inaudi

Andrea Bosca

Edoardo Natoli.

GENERE: Drammatico

DURATA: 170 min.

Il film inizia dalla repressione borbonica dei moti del 1828 e ci mostra uno spezzato del Risorgimento con gli occhi di tre giovani rivoluzionari (Angelo, Domenico e Salvatore), lungo l’evolversi della situazione politica italiana ed internazionale fino ad arrivare alla conquista di Roma, allo scioglimento delle camicie rosse garibaldine, su cui i soldati piemontesi non esiteranno a sparare, ed al “tradimento” di Crispi.

E’ un film di altri tempi, questo di Martone. E’ TV e meno che mai cinema moderno, e sicuramente ricorda molto gli sceneggiati televisivi degli anni Sessanta. Ricorda un po’ anche Visconti, un po’ Allonsanfan e San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani e un po’ il Bertolucci oleografico di ‘900.

Lucio Pellegrini, il regista di Figli delle Stelle dice che la TV è per persone anziane, ed in effetti la sala di Firenze dove si proiettava oggi Noi credevamo era strapiena (fatto positivo: ho rivisto una sala cinematografica finalmente gremita come negli anni Sessanta) di anziani. Sarà stato effetto del tema? Del Risorgimento di scolastica memoria?

Il film anche se noioso (tre ore son tante) non è brutto; è semplicemente inattuale, per stile e regia. Il cinema negli ultimi anni si è evoluto ed è cresciuto vertiginosamente, nelle idee e nella tecnica. Che forse Martone non se ne sia accorto?

Non lo so. Di certo pare che Martone abbia ben poco assimilato da questa rapida evoluzione. Per giunta ha fatto un film ideologico in un momento in cui ogni ideologia è morta ed estinta.

Fare un film così è quasi firmarsi una condanna a morte.

Ad appesantire il ritmo contribuiscono anche i personaggi e le storie da seguire nel loro svilupparsi perché creano un intreccio che unito alla lunghezza della proiezione rendono faticosa la scorrevolezza della pellicola.

Vorrei anche aggiungere che è un film freddo, senza cuore, perché a differenza di molti altri film di carattere storico, dove spesso si rischia di sovrapporre la sensibilità odierna a quella dei fatti di cui si narra, il film di Martone è in grado di evitare anche questo ultimo pericolo.

Il merito di Noi credevamo? Che alla lunga è un film didattico e magari ci spingerà ad andare a rileggere le pagine di storia del Risorgimento italiano per capire che tutti (o quasi) i mali dell’ Italia di oggi son germinati lì, e meditare sull’inutile sacrificio di tanti eroi a cospetto di un’ Italia che, già allora, ma a maggior ragione ora è retta da una classe politica retorica, penosa, voltagabbana ed irresponsabile verso ogni vero problema di questo paese.

Due stelle e mezzo.

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