sabato 20 novembre 2010

"Carlos" di Olivier Assayas dal 21 aprile per tre giovedì su FX (canale 131 di Sky)




"Carlos" di Olivier Assayas dal 21 aprile per tre giovedì su FX (canale 131 di Sky)





REGIA:

Olivier Assayas


ATTORI:

Edgar Ramirez

Alexander Beyer

Julia Hummer

Nora von Waldstätten

Anna Thalbach

GENERE: Drammatico

DURATA: 330 min (Versione originale)

Un colosso da tre ore per la storia di Ilich Ramirez Sanchez, alias Carlos (Édgar Ramírez), la rock star del terrorismo. Così ce lo presenta Olivier Assayas, il regista. Un viaggio interminabile ma affascinante (accompagnato da belle musiche rock) nei meandri del terrorismo internazionale degli anni Settanta: gruppi rivoluzionari e servizi segreti all’opera in ogni parte del mondo. Una rock star, Carlos, sempre al servizio del suo ideale: la causa palestinese e la lotta all’imperialismo ed al sionismo.

Sono gli anni Settanta, gli anni, come li definisce Assayas, della velocità della sopraffazione del politico sul privato. Ed in effetti il film si muove su questa linea. In Carlos non esiste il privato: esistono donne, sesso e alla fine anche l’amore per la sua compagna e poi moglie,Magdalena Kopp (Nora von Waldstätten ). Ma la sua vita è votata alle armi, che sono un’estensione del suo corpo come la chitarra lo era per Jimi Hendrix. Una vita votata all’azione e al combattimento.

Il film salta da Parigi a Londra, Vienna, Algeri, Baghdad, Berlino, Damasco fino ai campi di addestramento palestinesi. Ci sono proprio tutti i servizi segreti: Stasi, KGB, servizi segreti siriani e tutti si muovono per il Lebensraum (spazio vitale) del Comunismo. Ci sono le famose RZ, Revolutionäre Zellen che collaborarono attivamente con Carlos, forse anche per la strage di Bologna del 2 agosto 1980; c’è la Bewegung 2. Juni (Movimento 2 giugno) un gruppo tedesco di guerriglia urbana che prese il nome dalla morte del 2 giugno 1967 di Benno Ohnesorg, studente a Berlino ovest, ad opera del poliziotto Karl-Heinz Kurras, rivelatosi poi un agente della Stasi.

E’ un film che si potrebbe pensare girato per la TV, ma alla fine non lo è. Si avvicina invece molto al modo di girare di Uli Edel (Der Baader Meinhof Komplex).

E ciò che sorprende fin da subito è la visione globale del regista Assayas, che padroneggia sapientemente le fitte connessioni internazionali del terrorismo internazionale figlio della Guerra Fredda che negli anni Settanta insanguinò l’Europa di allora come ora quello Islamico.

Alle azioni rappresentate nel film vengono affiancati filmati d’epoca che conferiscono profondità e velocità (cambio di passo). Un film ben documentato, come emerge soprattutto dai dialoghi, che sa ricostruire bene gli scenari e i costumi (abitudini, moda, stile di vita) di quegli anni. Si respira veramente l’atmosfera degli anni Settanta, anni irripetibili, a torto o a ragione, per molti motivi.

Carlos nel Film si muove come una rock star (pare proprio Bono degli U2), in particolare si veda la resa agli algerini dopo il fallimento del sequestro degli ostaggi della conferenza Opec a Vienna del 21 dicembre 1975.

Epocali le scene in aereo nella fuga da Vienna. La tensione del gruppo di Carlos a causa del “tradimento” degli algerini, del rifiuto dei libici di accogliere l’aereo e dell’indifferenza dell’Iraq che volta loro le spalle dopo avergli promesso il sostegno.

Bravo l’attore, Édgar Ramírez, grande il regista, Olivier Assayas. Un film che merita almeno quattro stelle e mezzo se non altro per la storia che riesce a mettere in scena in modo fresco e moderno. Una storia forse sfiancante per la lunghezza ma affascinante per i contenuti. Un film imperdibile, che vi consiglio assolutamente di vedere non appena uscirà in Italia.

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