domenica 7 novembre 2010

CONSIGLI PER FILM IN DVD - Motel Woodstock di Ang Lee


Motel Woodstock di Ang Lee

Immaginate che un’enorme astronave arrivi dallo spazio e un milione di alieni invada una pacifica cittadina della Brianza, che effetto produrrebbe sui pacifici abitanti di quella pacifica cittadina?

Uno sconvolgimento totale della loro vita i n i m m a g i n a b i l e!

Questo deve appunto essere stato il concerto di Woodstock per gli abitanti di quel luogo, vedersi invadere la propria cittadina da un milione (più o meno) di hippies e per tre giorni vivere in un altro mondo: vivere nel centro dell’universo!

Il film parla appunto di questo: degli alieni hippies che per tre giorni invasero una conservativa cittadina della provincia.

Il film è tratto dal libro Taking Woodstock: A True Story of a Riot, Concert, and a Life di Elliot Tiber e racconta come Elliot diventi in poco tempo uno degli organizzatori del Festival di Woodstock, l'evento rock che segnò la storia della musica e del costume alla fine degli anni 60.

Elliot sulle ali della propria ingenuità riesce a dilazionare la restituzione dei soldi del mutuo alla banca che sta per mangiarsi il piccolo motel gestito dal padre e dalla madre e a diventare un organizzatore del festival trovando nel suo paese il luogo adatto e le licenze necessarie per dar vita all'evento.

Il film parte lento ma poi acquista ritmo non appena la macchina organizzativa del concerto arriva e l’evento prende forma e lentamente parte l’invasione del milione di alieni.

Tutto cambia nella vita di Elliot e dei suoi genitori. Elliot scopre la propria omosessualità, scopre il mondo della marijuana e dei trip con gli acidi. I genitori si trasformano; da misantropi che erano ritrovano il gusto di vivere e il rispetto degli altri. Tutto si snatura in quel luogo. E’ il trionfo della libertà. Del corpo. Sono i corpi che parlano degli ideali di quei giorni non le parole. E’ la musica che aggrega ma sono i corpi i veri protagonisti di quell’evento. Il vero centro del mondo è l’ammasso di questo milione di corpi di giovani alieni che si spingono entropicamente verso l’ombelico dell’evento: il palco, che da lontano, come una sirena, fa sentire il suo richiamo e guida il mondo al centro del Sé.

La vita grigia di Woodstock fatta di uomini mediocri, acquista colore, scopre la gioia e la fantasia e soprattutto vive dei colori e della fantasia e della fratellanza che i giovani alieni trascinano verso l’altare del Sé.

Woodstock diviene il fulcro dell’armonia di un universo effimero che tre giorni dopo si dissolverà e si lascerà dietro montagne di rifiuti e sconcerto negli animi di chi rimane.

Ma dov’ è di nuovo diretta la grande astronave che era atterrata a Woodstock? Seguirà il flusso della musica. Ci sono altri concerti, c’è altro movimento, c’è ancora una storia lunga da scoprire prima che finisca.

Ci sono i Rolling Stones ad Altamont, molti sono già diretti là. Un altro centro del mondo con le sue gioie e le sue sciagure sta per iniziare.

Vedendo il film una riflessione sopra tutte le altre si fa evidente. Qui è come nel calcio. I grandi campioni fanno la differenza. Qui è il regista, Ang Lee, che fa la differenza. Tocchi da genio. Maestria e tecnica fanno di una storia difficile da trasporre filmicamente, un’opera di ottimo livello qualitativo.

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