sabato 20 novembre 2010

"I Fiori di Kirkuk" un film di Fariborz Kamkari



I Fiori di Kirkuk

REGIA:

Fariborz Kamkari




ATTORI:

Morjana Alaoui

Ertem Eser

Mohammed Bakri

Mohamed Zouaoui

Maryam Hassouni.

Titolo originale Golakani Kirkuk

GENERE: Drammatico

Durata: 115 min

1988 il regime di Saddam Hussein inizia una epurazione del popolo curdo. Najla che da anni studia medicina in Italia, a Roma, ritorna a Baghdad per ritrovare Sherko, il suo ragazzo, un medico curdo che è rientrato in patria per aiutare il suo popolo e fuggito da Najla per non metterla in pericolo: essere curdo è una colpa ed aiutare un curdo è ancora più grave per un’araba.

Najla è una ragazza dai costumi ormai occidentali. Si è italianizzata e per la ricca famiglia dello zio dove vive dopo la morte dei genitori è un problema, soprattutto per il cugino Rasheed, con il quale avrà molti scontri a causa del suo amore per Sherko che è curdo, la razza odiata dagli iracheni che li considerano a livello di animali.

Il film vorrebbe essere, forse, una bella favola d’amore a metà strada fra Bolly e Holly – wood , che però finisce per narrare l’ostinata ingenuità di una ragazza che non conosce il senso della realtà, quello che sta succedendo nel suo paese. Il film ha delle spinte drammatiche belle, ma scade di tono nel volerci presentare la versione di una Giulietta & Romeo story, made in Iraq, con frasi talora assai ricercate, che insistono a indicare bellezza e poesia, ma di fatto risultano troppo sdolcinate e grossolane.

E in tutta onestà ci vuole anche una buona dose di pazienza per seguire le vicende uterine di questa ragazza, testarda, capricciosa, ostinata e ribelle, incapace di ragionare. Cieca di un amore assurdo, dipinto troppo di rosa, che esiste solo nei film. E non rende nemmeno giustizia alle donne dipingendole, in modo così stereotipato, come diaboliche in amore fino ad accettare di convivere con il male (Najla infatti accetterà di lavorare con i servizi interni – la Stasi di Saddam Hussein) in nome di un bene che è solo quello dell’amato, che dopo averlo salvato con tutte le arti femminili a disposizione abbandonerà inspiegabilmente per andare a farsi fucilare senza una ragione valida tranne quella di una nuova ischemia uterina.

La nota positiva di questo film? Che ci fa vedere e capire dall’interno come funzionava il regime di un boia.

Due stelle.

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