sabato 26 marzo 2011

Internet mi ha reso ateo?


Internet mi ha reso ateo?

Da quando frequento le vie di internet la mia fede è diminuita. Anzi è quasi scomparsa. Il problema di Dio per me è sempre stato radicale ed irrisolto. Adesso è irrisolto nella maniera più radicale. Di solito i problemi rimangono irrisolti perché non si trovano risposte alle domande. Nel mio caso è cessata la domanda. Dunque la radicalità della domanda è cessata nel disinteresse davanti alla radicalità della domanda.
L’esclusione, la riduzione della portata della domanda, è diminuita costantemente rispetto alla crescente quantità di informazione e virtualità umana proveniente dalla rete.
La domanda è cessata dunque per una portata straordinaria di risposte?
Credo di sì. Le risposte e le possibilità di soluzioni con l’avvento del Web2.O hanno un’estensione superiore alla domanda.
La rete ha soprattutto la (apparente e momentanea) capacità di una immortalità virtuale che invera l’individuo a sentirsi parte di una specie immortale.
Forse è nella consapevolezza che finché sei in rete esisti che ti fa cessare la domanda sull’immortalità. Ma forse la virtualità di internet ha trovato la sua forza nel potere anodino di occultare il dolore. Dio lo concepisci nel dolore. Ma nella rete non c’è dolore. Nella rete c’è comunque e sempre edulcorazione: Kawaii come dicono i giapponesi.
La concezione di Dio rimane prerogativa del mondo reale. Ma vivendo nel mondo virtuale Dio viene escluso. La rete si è fatta Dio?
Certo, si è fatta Dio per l’Onnipotenza con cui investe chi la frequenta.
Heidegger diceva che il Dasein è gettato nel Mondo. Nelle rete è il Mondo (Web2.O) che si getta in me e mi riempie, e mi salva perché nel mondo reale vivo perso e spaesato fra il dolore, la malattia, la vecchiaia e la sofferenza che denunciano l’assenza di un Dio che non è in mundo iste. E’ un Dio lontano ed assente. Difficile da conquistare e da amare.
Nella rete il dio virtuale invece ti riempie nella sua immediatezza e nella sua facilità di riempimento. E’ lì è presente e con un click lo cogli nella sua attualità e disponibilità.
Grazie alla rete so ora che ho dovuto allontanare gli occhi dal mondo per dimenticare il dolore, e mentre ho dimenticato il dolore ho dimenticato Dio. Ho cercato nella rete il riempimento ma è comunque stato un riempimento che non mi ha riempito. Ho solo conquistato apparenza di riempimento. Un riempimento che lascia assenza, che è estraneamento, aversione, surrogazione dell’incapacità di vedere una prova dell’esistenza del cercato rispetto al domandato.
Per questo ogni giorno che passa sono sempre più lontano dal mondo e dal Dio dei cristiani.
Ma forse quel Dio non è anche fondato sulla menzogna che il filosofo Porfirio molti secoli fa aveva denunciato, e il cui libro “Contro i cristiani” fu da loro così opportunamente distrutto?

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