sabato 18 dicembre 2010

LA BELLEZZA DEL SOMARO di Sergio Castellitto



La bellezza del somaro

REGIA:Sergio Castellitto





ATTORI:

Sergio Castellitto

Laura Morante

Nina Torresi

Enzo Jannacci

Marco Giallini

Barbora Bobulova

GENERE: Commedia

DURATA: 107 min

Negli ultimi mesi mi pare che il livello qualitativo dei film in circolazione sia davvero basso. Dopo aver visto “Tre all’improvviso” e “Il responsabile delle risorse umane” pensavo di aver toccato il fondo, almeno per quest’anno. Ma mi sbagliavo, dovevo ancora vedere “La bellezza del somaro” di Castellitto per rendermi conto che questo fondo era ancora senza fondo.

Prima di infierire sul film, che è addirittura stato scritto dalla Margaret Mazzantini (doppio SIC!!) due parole sulla trama, che è poi ben poca cosa.

Il padre, Marcello (Sergio Castellitto), architetto di successo e figaccione. La madre, Marina (Laura Morante) psicologa e madre sessualmente repressa (ma interpreta sempre lo stesso ruolo in tutti i film la Morante?). La figlia, Rosa (Nina Torresi), liceale isterica e viziata di diciassette anni. Armando (Enzo Jannacci), il fidanzato ultrasettantenne di Rosa; un’idiota illuminato.

Il film inizia con una fotografia che sorprende per la sua brillantezza e la scelta delle musiche, ma poi tutto si ferma lì.

Ma che film è questo?

Un film sulla solita società dei soliti italiani lamentoni, bambinoni e caciaroni, urlanti e sguaiati che attraversa tutto il cinema italiano vajasso da Verdone a Veronesi, da Virzì a Luchetti fino a Sordi.

Ma siamo davvero così?

Il film ci dipinge così. Ma anche di più: sboccati e relativizzatori (cioè persone senza capacità di vedere la verità, ma capacissimi di vedere tante verità secondo il proprio tornaconto).

Il film è molto confusionario e finge una falsa patina (scopiazzatura) di modernità scimmiottando Woody Allen, che riveste l’ ideologia becera del romanesco cinematografico: ovvero l’ideologia de “la gnocca è tutto quello che conta nella vita” ma conta di più se “lo dimo in romano”.

Un film che rispecchia davvero bene la nostra società, perché è una società che non sa più che pesci prendere, esattemente come il film.

Dopo aver visto il film di Castellitto (trash DOCG) mi viene spontaneo pensare che forse sarebbe meglio dare il permesso di fare film a chi ha veramente qualcosa da dire (in termini di cultura o di entertainment almeno), specialmente in un momento come questo in cui il nostro paese ha il diritto/dovere di puntare tutto sull’eccellenza del made in Italy.

Se il nostro paese produce simili film sono seriamente preoccupato.

Voto: 0

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