sabato 10 settembre 2011

TUTTA COLPA DELLA MUSICA di Ricky Tognazzi


Tutta colpa della musica


GENERE: Commedia
DURATA: 98 min




Il dottor Giuseppe Bonora va in pensione dopo una vita di lavoro in un’azienda di Biella.Va in pensione e si ritrova ad affogare nel nulla della famiglia. La madre una cattolica ortodossa che fuma di nascosto. La moglie un’invasata dei Testimoni di Geova che ha tirato dentro anche la figlia, una ragazza triste per non aver trovato la direzione, timida e complessata dalla paura di essere brutta e di non piacere agli uomini.
Giuseppe prima almeno aveva il lavoro per fuggire da quel nulla che lo tira giù verso una vita di nulla, ora invece vi è dentro fino al collo e non sa come uscirne.
Giuseppe ha un amico fin dal tempo delle elementari: Nappo (diminutivo per Napoleone). Nappo nella vita ha solo quattro interessi:

1)      il coro (retto dalla ex moglie, Patrizia)
2)      la bicicletta
3)      le donne
4)      le donne

Nappo è uno un po’ fuori di testa, e vive di zingarate ed eccessi alla “Amici miei”, seppure viva a Biella (e non a Firenze) e dato che Giuseppe “non c’ha proprio un cazzo daffà!” preferisce la compagnia di Nappo a quella della casa infestata da  Testimoni di Geova invasati.
Un giorno va con Nappo al coro proprio per il motivo di “non averci un cazzo daffà” e lì, sebbene in là con gli anni, rimane folgorato dalla soprano, Elisa. Colpo di fulmine e parte la storia d’amore…una storia d’amore fra due persone entrambe sposate ma con coniugi, per motivi diversi, inabili ad amare e ad essere amati. Una storia d’amore fra due persone che entrambi hanno bisogno di rinascere da una vita che li affossa inesorabilmente.
In questo film c’è solo borghesia stizzosa e lunatica che non ha problemi economici. Qui la crisi dell’indebitamento pubblico non esiste. Non esiste la speculazione finanziaria e lo spread con i bond tedeschi. Qui non c’è recessione né deflazione né stagnazione. Qui c’è solo la ricerca dell’amore e un’idea molto romantica della musica come ancore di salvataggio dal nulla. Qui si vive a Biella, sospesi in una vita che in realtà non esiste, presuppostamente immersi in un’ artistica ricerca dell’amore guidato dalla musica capace di togliere tutti i peccati del mondo.

Insomma, seppur la seconda parte del film sia un po’ meglio della prima e seppur nella seconda parte qualche sorriso ce lo strappi, il film è una discreta palla. Ricorda molto i noiosissimi film di pupi Avati e un po’ le pubblicità del Mulino Bianco.
Avrebbe potuto essere la grande occasione di Marco Messeri, che ha un ruolo da completo protagonista, ma non lo è stata. Troppo legato, compassato, molto drammatico, meccanico e poco leggero come invece il ruolo richiedeva. Probabilmente è più attore da teatro che da cinema.
Consigliamo, infine, a Ricky Tognazzi di cambiare genere. Magari sceglierne uno più impegnato e arrabbiato dove forse le sue sdolcinature potrebbero ben amalgamarsi con il tema.

Voto: 2 stelle.

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