sabato 17 settembre 2011

CARNAGE di Roman Polanski


Carnage

REGIA: Roman Polanski

ATTORI: Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly

TITOLO ORIGINALE: God of Carnage

GENERE: drammatico

DURATA: 79 min


Lo schema del film è molto semplice e lineare. Comincia al parco con due ragazzi che fanno a botte. Zachary con un bastone colpisce Ethan che l’aveva chiamato spia e gli rompe due incisivi. I genitori di Zachary, i Cowan, si recano dopo l’incidente in uno spettacolare appartamento di Manhattan per porgere le loro scuse ai genitori di Ethan, i Longstreet, e partiti dalle normali frasi di convenienza sociale finiranno per scannarsi verbalmente. E mentre loro si vomitano addosso i mostri che sono evoluti dentro di loro a causa di un menage familiare troppo lungo ed asfittico i figli nel frattempo di nuovo al parco si riappacificano sereni.

Il film mi fa venire in mente il filosofo Slavoj Žižek che diceva che la famiglia è un luogo dove si generano mostri. Niente di più vero guardando il film. Nel film infatti si passa da un iniziale scontro tribale (clan familiare contro clan familiare) al tutti contro tutti; dallo scontro della solidarietà maschile contro l’alleanza (temporanea) femminile al consolidarsi degli istinti maschili bevendo un meraviglioso whiskey e al decadere irrimediabile nelle più disperate pulsazioni uterine dell’odio femminile per via del meraviglioso whiskey.

Gli esseri umani non si piacciono e a stento frenano la loro animalità con convenzioni sociali (buone maniere, caffè, whiskey, torte, sigari…) e si irritano con fattori meccanici (istinto di appartenenza al clan familiare, cellulari, telefoni e madri petulanti che non liberano mai i loro figli…) che mettono in moto trigger che disfaranno ogni convenzione sociale incapace di occultare la rabbia e la frustrazione di un individuo che si porta ormai da anni dentro il mostro di se stesso…

Un film bello ma irritante. Un grande pezzo teatrale seppur splendidamente adattato al cinema, con attori stellari. Ma rimane comunque e sempre teatro e al cinema però si va per vedere cinema (cioè azione) e non teatro (recitazione per la recitazione + stasi).

Mi viene da pensare che nonostante queste riflessioni il cinema americano si può permettere anche questi film. In Italia non si è in nessun modo capaci di produrli. Ci aveva provato Sergio Castellitto con “La bellezza del somaro” ma era stato un disastro totale. Il film di Polanski non è un disastro: è un bel film. Irrita e tuttavia è un gran prodotto.

Sederete incomodamente su una poltrona ma vedrete un film di valore.

Voto: 3 stelle

Nessun commento:

Posta un commento