Io sono li
REGIA: Andrea Segre
ATTORI: Zhao Tao, Rade Sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston
GENERE Drammatico
DURATA: 100 min
Com’è l’Italia vista dagli occhi di una cinese? Su questo interrogativo sembrano aprirsi le prime scene del film di Segre. La cinese è Shun Li, una lavoratrice in mano della mafia gialla in attesa del giorno che arriverà “
Lavora in in una fabbrica di camice. Dalla fabbrica viene mandata a lavorare a Chioggia in un bar.
Lei attraversa tutto il nord brumoso per raggiungere Chioggia e pensa al figlio lontano. A Chioggia si ritrova in camera con Lian che le dice che lavorerà in un bar che gli italiani chiamano Osteria.
Inizia il lavoro e naturalmente ha difficoltà a capire i veneti (anche noi però; e difatti ci sono i sottotitoli ad aiutarci).
Sono buoni questi italiani che frequentano il bar: anzi noi italiani siamo buoni perché siamo ganzi e siamo ganzi perché siamo buoni per natura.
Non tutti sono buoni però: Devis è il più stronzo di quelli che frequentano il bar; tutti pagano il “ciòdo” ma lui no. Lui ruba, ha sempre i soldi in tasca e non paga i debiti.
Gli italiani del bar scoprono che i cinesi cucinano bene. Ma ovviamente cucinano bene perché Marco Polo gli ha insegnato a cucinare, di questo ne son ben consapevoli gli avventori.
Sta bene Li in quel bar con quegli italiani buoni e piano piano impara anche l’italiano (pardon: il veneto).
Li diverrà amica di uno dei pescatori anziani che frequentano il bar: Bepi, detto il Poeta. Tra i due nascerà un tenero affetto che però sarà osteggiato dalle due comunità: quella degli italiani e quella dei cinesi…
Bella la regia, bella la fotografia. Belle le lettere che Li scrive a suo figlio. Belli i testi letterari citati nel corso del film. Belli i dialoghi fra Li e Bepi. Bella, tenera, poetica e toccante la storia d’affetto fra Li e Bepi..
Un gran bel gioiellino questo film. Un gioiellino in miniatura perfetto e finemente cesellato. Un film di nicchia che ha il pregio di un prodotto mignon di grande valore.
Una metafisica della quotidianità e dei conflitti sociali perfettamente incastonati.
Voto: quattro stelle.
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