RIFLESSIONE QUARTA – Dolore e terrorismo
Il terrorismo è uno dei maggiori veicoli di dolore.
Al terrorismo è sconosciuta la compassione. Lo scopo del terrorismo è separare le monadi, scompigliarle, gettarle nel panico. Uccidere è il metodo migliore per apportare il dolore. Le azioni dei terroristi provengono dall'oscurità. I loro disegni sono inaccessibili ai più.
Il terrorismo in fondo partecipa dell'idea del dolore: il dolore in sé è oscuro ed inaccessibile ai più. Nel dolore non vi sono ragioni, come nel terrorismo: perché io e non un altro? - è la domanda ontologica di chi soffre.
Dunque terrorismo e dolore hanno radici comuni, partecipando dell'0scurità e dell'incomprensibilità.
Non c' è una ragione nel terrorismo, come non c'è nell'interrogarsi ontologico del dolore, perché il terrorismo è incomprensibile alle ragioni della democrazia. Il terrorismo non ha per la natura stessa della democrazia una ragione valida per esistere.
Caso mai la domanda ontologica vera potrebbe essere: perché pensare il dolore e il terrorismo partecipanti della medesima natura?
Compito del pensiero è indagare i valori intelligibili, a maiori quelli trasversali, ovvero i transcendentales, che colgono il massimo della riflessione occupando il minimo spazio.
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