lunedì 27 giugno 2011

RIFLESSIONI SUL DOLORE - RIFLESSIONE SECONDA – Dolore e morte


RIFLESSIONE SECONDA – Dolore e morte

Il dolore non anticipa la morte. Lo stato del dolore è lontano da quello della morte. E' l'annuncio della corruzione del corpo ma prima ancora è il disagio dell'essere individuale in questo mondo. Questo è il senso psicosomatico della malattia.

Dolore e morte mai si sovrappongono. La morte non è presente nel dolore. Il dolore invece è situato in questo mondo. Mentre la morte esula da questo mondo, il dolore si annuncia sempre e comunque nella vita. E la vita è per la vita e non per la morte (come diceva invece Heidegger). La morte infatti è uno status sempre ignorato in vita: la morte mai concerne il Sé ma sempre l'Altro, ma l'Altro non è mai il Sé.

Il dolore è l'affermazione del Sé con il Sé. La nudità gettata in faccia al Sé e mai all'Altro.

La morte è l'ascolto di una narrazione che non può comunque essere esperita fin dall'inizio. Il dolore è il farsi di una narrazione che viene da subito avvertita.

Per capire la narrazione della morte bisogna sempre rifarsi alle narrazioni ad arte (santi, mistici, letterati, filosofi, pittori, musicisti, medium...). Per capire la narrazione del dolore basta guardare in faccia chi soffre e la narrazione è immediatamente intesa.

La morte è il salto nel nulla, il dolore è la discesa nella carne ulcerata che ci tormenta costante.

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