mercoledì 11 gennaio 2012

Un giorno un po' meno ordinario a Dublino (short tale)







- Perché l’ho fatto? Perché ho voluto rovinare tutto?

Il rimorso l’aveva afferrato subito dopo che era venuto. E’ sempre così per un uomo: appena venuto vengono i rimorsi.

Fra due giorni sarebbe arrivata Elena. Ce l’avrebbe fatta a guardala in faccia? A guardare i suoi occhi verdi? Come avrebbe potuto sostenere il suo sguardo?

- Maledetto uccello!

Possibile che dovesse essere così schiavo di quel pezzo di carne fra le sue gambe? Possibile che non riuscisse mai a dirgli di no?

Certo che Lucy era proprio bona. Due tette che parevano meloni. Un culo da sballo. Resisterle non era facile. Chi avrebbe potuto resisterle?

L’aveva conosciuta al pub. Avevano bevuto un bel po’di birra insieme e poi lui era crollato. Non era stato da quel punto in poi più capace di controllare né il corpo né la mente.

- Che faccio Carlo le dico la verità?

Carlo lo guardava da un po’ da sopra la tazza del caffè che stava bevendo forse più come scusa per lanciargli delle occhiate senza farsene accorgere (ma in realtà Antonio se ne accorgeva eccome) che per una veritabile voglia di quel caffè che davvero faceva schifo. Per un italiano il caffè è una cosa seria.

- Cazzo Antonio l’hai fatto e basta! Ma non ti fare tutte queste seghe mentali!! Mai dire la verità a una donna. Sarebbe il più grave errore che un uomo possa fare! Fai finta di nulla…occhi non vedono, cuore non sente…giusto?

- Sì giusto un cazzo! Tu la fai sempre così facile. Io con Elena volevo essere onesto ce l’ho messa tutta. Volevo resistere alle tentazioni…certo che questa era una tentazione troppo forte…no?

- Cazzo era una strafica…me la fossi trombata io!...giusto seguire il detto “I can resist evrything but temptation”

- E invece l’ho trombata io…era meglio sì se la trombavi te così ora non starei qui a rodermi il fegato

- Certo un modo ci sarebbe…

- Quale?

- L’ipnosi

- L’ipnosi?

- L’ipnosi, sì. Basta che troviamo un ipnotista capace e ti cancella il ricordo e così l’hai fatto ma non lo ricordi e therefore non ti ricorderai che a Dublino ti sei trombato la strafica che ti sei trombato

Antonio lo guardò un po’ interdetto. Poi sorrise. Anzi scoppiò a ridere.

- Minchia Carlo ma sei un genio! Sì, ma dove lo troviamo un ipnotista qui a Dublino

- Conosco uno…una…che è stata in cura da un ipnotista…mi posso far dare il numero

- E vai! Fatti dare il numero. Chiamalo

Carlo fissò subito un appuntamento per il primo pomeriggio. Quando arrivarono a casa dell’ipnotista entrambi furono sorpresi: il luogo era abbastanza surreale. Pareva più un night club che un appartamento dove si potesse vivere. L’ipnotista si chiamava Mr. Treshold ed era un tipo alquanto freak: era avanti con gli anni. Avrà avuto senz’altro più di sessant’anni. I suoi capelli erano tinti di un biondo platino, con un curioso ciuffo a forma di una grossa ci verso l’esterno. E il suo volto era impiastricciato di cerone, tanto che appariva quasi come uno spettro

- Hello dear! May I be of any assistance? – Parlava come Valentino Garavani anche se in un inglese con forte accento irlandese

- Beh sì, credo di sì…dai Carlo spiegaglielo tu…

L’ iptnotista con uno sguardo da pesce lesso guardò Carlo

- Ecco Mr. Treshold il mio amico è affetto dal mal di mona…mona…come cazzo si dirà in inglese mal di mona?.Oh I got it! He is sort of pussy addict…

- Oh Jolly good! - Esclamò quello con un’ aria da checca – what a terrible illness! Terrible!!!

- Terrible? – disse Antonio guardando Carlo – ma dove cazzo mi hai portato?

- Dai è solo un modo di esprimersi qui a Dublino non ti preoccupare. Ci penso io. Let me explain Mr. Treshold. Antonio my friend è uno che si fa molti scrupoli, he is a mental wanker, does it make any sense? Boh?. Anyway…Ieri ha conosciuto una super figa, a gorgeous pussy,…insomma hanno bevuto insieme…poi erano ubriachi e insomma son finiti a letto insieme. Ma lui non voleva. Lui no! Lui è fedele a sua moglie. E domani sua moglie arriva e lui ha sensi di colpa…insomma si potrebbe fare qualcosa con l’ipnosi così lui non ricorda e quando sua moglie arriva Antonio può guardare in faccia sua moglie? No?

- - Oh I see. I perfectly understand the situation. The great watch…

- The great watch?

- Yes, “The Great Watch!” come lo chiamo io: il tempo. I can manipulate the time, I am the Great Watch Master! Sure, the great watch! Do you understand Antonio?

- Ah me questo m’ispira poca fiducia Carlo

- Mah smettila di fare sempre lo stronzo. Mr. Treshold è un grande ipnotista a Dublino. Me l’ha detto un…un’amica di Dublino

- Please Mr. Antonio watch me now. Your eyes, please. I need your eyes focus on my watch…tick…tock…swing…swong…ding…dong…si faccia guidare please Mr. Antonio - e gli mise una mano sulla coscia – What do you see Mr. Antonio? - movendo davanti ai suoi occhi the Great Watch

- - Vedo mia moglie, la vedo molto arrabbiata se le confesso tutto…e rivedo le gran tettone di Lucy…

- Forget it! Bullshit!Mr. Antonio. I’ll touch you in a peculiar point and you will forget everything – e gli mise una mano fra le gambe toccandogli l’uccello

A quel punto a Mr. Treshold gli si illuminarono di immenso gli occhi. Come di una gioia senza confini. La sua ci si inarcuò verso l’alto. Ed il cerone cominciò a smagliarsi

- Mr Treshold maybe it’s not the case please. I know what you like but…- disse Carlo

- Please don’t bother me I am working! Let me do my work please…I KNOW WHAT I DO

La sua ci ora si era tutta scomposta e il ciuffo biondo platino gli cadeva sull’occhio destro coprendoglielo e gli dava un’aria più femminea. Una specie di Greta Garbo.

- Yes, of course you know it, but it doesn’t seem fair what you are doing…I mean, don’t do that!

- Quando uscirono dalla casa di Mr. Treshold Carlo disse:

- - Allora domani arriva tua moglie?

- Sì, non vedo l’ora di vederla. Mi manca

- Senti ma tu la tradiresti tua moglie?

- No, Carlo, mai

- Ma l’hai mai tradita?

- No, mai. Io l’amo

A quelle parole Carlo rimase sorpreso e pensò Cazzo, sto’ Treshold è forte oh! Gliel’ha fatta dimenticare quella gnaccherona che s’è trombato ieri sera! C’avevo qualche dubbio conoscendo chi mi ci ha mandato: mica gliel’ho detto che l’amica è invece un amico, un trans…un figone di qua, di Dublino…

I suoi pensieri furono interrotti da una gomitata di Antonio nelle costole che con un’aria da pesce lesso come Mr. Treshold gli cinguettò:

- Carlo, Dio! Ma l’hai visto che figo è quello e che culo che c’ha! Mamma quant’è bono!!! Oh se me lo farei! - alludendo ad un autentico hug of meat sul metro e novanta che passava mezzo ubriaco, che incrociarono attraversando lo Ha'penny Bridge

Minchia che fijo de na’ mignotta sto’ Treshold E’ er mida de gay! E ora so’proprio cazzi pe’ Elena Esalò Antonio verso l’alto cielo plumbeo che oscurava Dublino promettendo solo freddo e pioggia anche quel giorno. Un giorno un po' meno ordinario di tanti altri sempre inevitabilmente uguali.

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