Quando la notte
REGIA: Cristina Comencini.
ATTORI: Claudia Pandolfi, Filippo Timi, Thomas Trabacchi, Denis Fasolo, Michela Cescon.
GENERE: Drammatico
DURATA: 114 min
Marina e Marco arrivano in un paese delle Alpi (quali Alpi non si sa). Vanno a trascorrere un mese di vacanza. Marco un bambino di appena due anni necessita aria di montagna. Il dottore ha consigliato a Marina di portarlo in montagna e non al mare. Il marito è rimasto in città (Roma?). Verrà a riprenderli alla fine della vacanza.
Vanno ad abitare in una casa tranquillissima alla fine del paese. L’appartamento è di Manfred, un montanaro cupo e scontroso che fa la guida turistica. Manfred viene da una famiglia di tre fratelli, abbandonati da una madre che è fuggita negli Stati Uniti quando loro erano piccoli. Una madre che il giorno che è fuggita ha lasciato la tavola apparecchiata con la colazione per i bambini. Come assolvimento del suo ultimo dovere di madre…
Marina è in fuga anche lei. Da cosa non si sa. Fugge da un pensiero ruminante ed ossessivo che non le dà la pace. La trattiene per strada e non la fa arrivare. Sa di essere una madre. Sa di essere una moglie. E tuttavia non ha il coraggio, non ha la forza e la fermezza di accettare ruoli che nessuno ha saputo (né mai saprà) insegnarti. I ruoli si imparano per strada, con mille errori e paure.
Queste due anime improbabili a fondersi, Manfred e Marina, son destinate però ad incontrarsi. E sarà un incontro difficile. Ossessivo. Un incontro che il tempo insegnerà loro qual è il modo migliore per incontrarsi e fondersi in una fusione impossibile.
Un film dai toni di un dramma di altri tempi. Un film sugli archetipi che albergano nelle parti più infime dell’animo femminile e maschile e che l’istinto di entrambi i generi mette in azione con lo scontro e l’avvicinamento, fino alla separazione. Un film che scende fino alla profondità di quegli archetipi e si interroga sull’inaccessibilità delle ragioni che pruomuovono i sentimenti e le azioni dell’essere umano.
Un film bello, drammatico ed angosciante. Che effettivamente dà la sensazione di una lunghezza interminabile per come ti mette in uno stato di sofferenza visiva.
Sinceramente non capisco le critiche che furono fatte al festival di Venezia. Erano forse contestazioni guidate? Il film è bello anche se pieno di tensione che rasenta l’angoscia e tuttavia non giustifica quelle contestazioni.
L’unico difetto a nostro avviso è la scelta degli attori che interpretano i montanari. Non hanno un accento nordico. Soprattutto Filippo Timi, che è bravissimo! (Anche la Pandolfi!), ma non convince come uno che si chiami Manfred. Da un Manfred ci si aspetterebbe un ben altro accento.
Voto: 3 stelle