La battaglia dei tre regni
REGIA: John Woo
ATTORI:
Titolo originale Chi bi
GENERE: Azione
DURATA: 148 min.
La parola entertainment viene dal latino inter + tenere, che nel senso originario può valere come “mantenere all’interno di un certo stato”. Dunque nel suo senso originario la parola significa “mantenere qualcuno in un certo stato, riuscire a tenerlo in quel determinato stato per un lasso di tempo”.
Ed è vero, perché il film ti prende fin dall’inizio e ti trasporta in un mondo dalle azioni inverosimili ed impossibili, dove anche l’impossibile è possibile. Dove tutto è azione e vive di azioni esagerate fino all’inverosimile. Di saggezza e conoscenza dei misteri della natura al limite della magia.
Il film ti prende e ti tiene incollato allo schermo per tutto il tempo e non ti molla che alla fine, concedendoti solo oscillazioni sulla poltroncina dove continui ad agitarti per i continui colpi di scena e le sequenze magnifiche delle battaglie, tipo Il Signore degli anelli: battaglie lunghe e cruente eppure belle ed affascinanti.
Belli i colori, belle le immagini di un mondo patinato mitico e da favola.
I dialoghi sono nello stereotipo: valori di ideali alti ed eroici di uomini veri che nulla temono, la morte meno che mai, e che sono pronti a far fronte a tutto fuorché all’arte seduttiva ed ammaliante della bellezza femminea sì potente da scatenare una guerra fra ben tre Regni nella lontana Cina.
E allora mi viene da pensare che Orazio, il poeta latino, non aveva poi tutti i torti quando diceva
Nam fuit ante Helenam cunnus
Taeterrima causa belli
Insomma alla fine è pur sempre a causa di una donna che i veri uomini finiscono per sbranarsi e sgozzarsi, e questo Orazio l’aveva ben capito riferendosi alla vulva di Elena.
Ma che l’avesse capito anche il Divin Poeta? Non so, ma il dubbio è forte e mi inter-tenet:
Ma già volgeva il mio disio e ‘l velle
L’amor che move il sole e l’altre stelle
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