Il Profeta
REGIA: Jacques Audiard
ATTORI:
TITOLO ORIGINALE: Un Prophète
GENERE: Drammatico
DURATA: 150 min
Malik Ed Djebena arabo francese viene arrestato. Forse ha tentato di accoltellare un poliziotto. E’ maggiorenne e viene trasferito al Centrale con i detenuti comuni. E’, probabilmente, buono. E’, probabilmente, un bravo ragazzo. Non sa leggere né scrivere, non ha un lavoro, una formazione professionale. E’ uno che non esiste ma ha solo sei anni da scontare. Saranno i sei anni che cambieranno la sua vita.
Arriva al Centrale e la telecamera gli si stringe addosso soffocando, da subito, in modo ossessivo le scene. E’ tensione fin dalle prime scene. Tensione ed attesa.
Tensione perché viene aggredito, derubato, maltrattato.
Attesa perché viene chiuso in una rete senza scampo dalla mafia còrsa capeggiata da Luciani. Deve uccidere un arabo che andrà a testimoniare contro Luciani. O lo uccide o sarà ucciso. Non c’è scampo.
Si prepara all’omicidio. Qualcuno lo istruisce. La tensione sale. Deve sgozzare. Sgozzare come un maiale un altro arabo che, nei bagni, gli ha chiesto una fellatio in cambio di fumo. E’ l’occasione giusta che la mafia còrsa cercava per avvicinare uno che non esce mai di cella e non ha mai contatti con altri detenuti. Tensione senza fine. Tensione ancora. Ossessione. Umiliazione senza fine.
C’è una via di salvezza per un-senza-identità che né i cristiani né i musulmani dentro il carcere rispettano?
Sì. Uccidere ed essere più furbo e più scaltro degli altri.
Ha bisogno di protezione in quel carcere: senza protezione non sopravvivrà. Luciani gliel’ha detto. Se sgozza l’altro avrà la protezione e sopravvivrà.
Finalmente sgozza l’altro. Ma ancora è sottomissione ed umiliazione. Luciani e la sua banda lo usano come serva e lo maltrattano. Gli arabi lo odiano perché sta con i còrsi.
Avrà visioni dopo quella notte che ha sgozzato l’ altro. Visioni come gli antichi profeti musulmani.
Luciani gli farà avere i permessi per uscire dal carcere: sta perdendo potere ed ha bisogno di qualcuno che lavori per lui fuori dal carcere. Le cose a Luciani non vanno come dovrebbero. Chi lo protegge lo sta mollando e lui ha bisogno di qualcuno che gli tenga i collegamenti fuori e dentro il carcere.
Un fratello arabo troverà a Malik una copertura come meccanico presso la moschea di un Imam (che forse indottrina gli arabi alla ribellione), Luciani i contatti per ottenere i permessi a tempo di record.
Finalmente esce in permesso, dalla mattina alla sera. Respira finalmente la libertà dopo tre anni. Ma è una libertà compromessa. Una libertà da doppiogiochista. Di nuovo senza via d’uscita. Ma lui è un profeta. Uno spirito lo aiuta. Nasce in lui il genio per il business. Il business pericoloso della droga. Diventa una guerra fuori e dentro il carcere. Ma lui è un profeta inspirato. Lui ha il genio del leader, del capo spirituale. Luciani ancora detta legge. Gli altri arabi in carcere ancora gli sono ostili. Ma lui ha più cervello. Lui è divinato. Lui ha le visioni….
Bello bellissimo film. Se avete la forza di resistere fino in fondo, fino all’ultima scena…
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