Caro Cecchi, Lei è
una mente fine, uno che riesce ad indagare ambiti dove pochi hanno la capacità
di spingersi, ha la capacità di discernere dentro temi che pochi hanno.
Le Sue email non
sono noiose, sono interessanti illuminanti per quella piccola parte dell’umanità
che cerca di sapere e di conoscere. Lei sicuramente per questa parte
rappresenta un bene, perché riesce a rendere evidenti portandoli alla
superficie in modo chiaro ed esplicito i meccanismi della quantistica bancaria
che altrimenti rimarrebbero ad usum di pochi addentro. Parafrasando una frase
del celebre fisico quantistico Niels Bohr si può dire che Lei ha perfettamente
capito i meccanismi della quantica bancaria o finanziaria comunque si voglia
chiamare questo mondo dell’infinitamente complicato e occulto.
Ma
mi pare che ne sia rimasto talmente sconvolto al punto da perdere la speranza,
e lo dico senza nessuna ironia. Le Sue conclusioni sono sempre senza speranza.
Mi ricorda altri analisti della rete come Meluzzi, o come era lo stesso
Giulietto Chiesa, o Diego Fusaro ipse, o ancora più disperante Giovanni Cianti
(che a mio avviso ha però individuato bene negli askenaziti il vero problema del
mondo – io concordo, non chiedo agli altri di concordare ma io sono d’accordo
con Cianti), ognuno di loro fa grandi analisi senza nessuna speranza e
soprattutto senza nessuna indicazione su quello che si può e si deve fare.
Io credo, sempre
partendo dal paragone con il mondo quantico quello dell’infinitamente piccolo
che non si vede ma che è quello che determina ciò che si vede, che ognuno in
primis nel suo piccolo sia chiamato a fare la sua parte la sua piccola parte.
Come sostiene
David Icke, il cui grande merito è di dire da 30 anni quelle cose che oggi
tutti dicono, il primo passo è fermare l’accettazione. Rifiutarsi di fare, in
tutto quello che uno può, quello che ci viene chiesto ingiustamente di fare.
Già spengere la
TV, non comprare più i giornali mainstream, non leggerli più sarebbe un grande
atto. Se il 70% lo facesse sarebbe un grosso danno al sistema.
Se ci si
organizzasse, e qualcuno già lo fa, per denunciare e portare in tribunale tutti
i giornalisti che dicono evidenti falsità e mantengono in vita questa grande
frode ai danni del genere umano, sarebbe un altro ed enorme passo in avanti…
Io amo i
personaggi che pur con tutte le imperfezioni mi danno soluzioni, non
disperazioni. Troppo facile fare le analisi alla Meluzzi o alla Fusaro (sulla
cui onestà intellettuale ho grossi dubbi, e tralascio l'aspetto della noiosità
delle sue analisi, del fatto in particolare che chi, come Sgarbi, ha accesso a tutte le TV
e giornali mainstream, vuol dire che è ben digerito dal sistema, o accetto dal
sistema per motivi che io non conosco, Grillo docet).
Sarà per il
lavoro che faccio, io sono abituato ad aprire strade, nuove prospettive,
cercare soluzioni, che preferisco ascoltare chi dà soluzioni. Limitarsi a fare
analisi è di gran lunga più facile, più difficile è prospettare soluzioni, e in
questo devo ammettere sono più bravi, anche in virtù dei potenti mezzi
economici di cui dispongono, gli psicòpati che guidano il mondo.
Per questo forse
rivaluto anche il cattolicesimo, io non credo nel Dio cristiano ci tengo a
precisarlo, che è una religione che comunque forma alla speranza alla
resistenza, a una resistenza apparentemente passiva ma attiva allo stesso tempo
perché per portare avanti le proprie idee il vero cristiano è disposto a tutto
financo al martirio. Ma il martire muore comunque nella speranza non nella
disperazione.
A quale potere
non fa paura una resistenza simile?
Dunque partiamo
dal piccolo, lavoriamo su piccole cose ma anche su grandi, come già molti
gruppi di resistenza nati oggi stanno già facendo, non abbandoniamoci all’analisi
disperante alla Camus (scrittore che tra l’altro amo tantissimo, perché vero scrittore
di valori prima di tutto).
Gente come Lei,
come me, e come molti altri, noi viviamo nella verità, abitiamo la verità, e la
verità non può essere disperante ma deve aprire a soluzioni, indicare
soluzioni.
Altrimenti faremo
davvero il lockdown assoluto, non quello che ci è imposto dagli psicòpati che
governano il mondo, ma il lockdown della nostra stessa essenza umana, che è
quella di aprirci a, di tendere a, di vivere in vista di,
e non quella di chiuderci a causa di.
Nessun commento:
Posta un commento