Mi sono spesso chiesto perché l'amore sia così incomprensibile.
Il primo errore è stato considerarlo in senso positivo. L'amore non è positivo. Un primo distacco da questa visione positiva ha trovato la causa in una frase di Stephen King: "Love is not Blind. Love is a cannibal with extreme acute vision. Love is insectile; it is always hungry" (Christine).
King ha ragione. L'amore ha un lato oscuro che lo tiene in vita, come tutte le cose che cadono nella vicinanza. Le cose troppo vicine sono di per sé fenomenologicamente incomprensibili, perché tutte le cose che si fanno troppo vicine finiscono per cadere nell'abitualità che le oscura "le plus habituel nous est aussi le plus obscur, le plus lontain, ce qui nous reste habitualment caché" (A. Laignel-Lavastine "Esprit d'Europe").
L'Eros nasce nella distanza. Nella distanza si accende l'Eros. Si consuma e si dilegua a causa della troppa vicinanza: l'abitualità.
L'abitualità divorando l'Eros spenge il desiderio nel rapporto. Gli ruba il desiderio che è la luce del rapporto. Lo oscura. Lo rende incomprensibile e comincia a generare mostri per cecità della visuale. Da questo momento in poi l'amore rivela il suo vero volto: quello cannibale.
L'amore comincia allora a divorare l'essere umano, i suoi sensi ed il suo spirito. Fino alla carne.
Nell'amore è già fin da principio insito l'odio. In questo cannibalismo l'Amore rivela la sua vera faccia, l'odio per l'essere umano.
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