Tutta colpa della musica
REGIA: Ricky Tognazzi
GENERE: Commedia
DURATA: 98
min
Il dottor Giuseppe Bonora va in
pensione dopo una vita di lavoro in un’azienda di Biella.Va in pensione e si
ritrova ad affogare nel nulla della famiglia. La madre una cattolica ortodossa
che fuma di nascosto. La moglie un’invasata dei Testimoni di Geova che ha
tirato dentro anche la figlia, una ragazza triste per non aver trovato la
direzione, timida e complessata dalla paura di essere brutta e di non piacere
agli uomini.
Giuseppe prima almeno aveva il
lavoro per fuggire da quel nulla che lo tira giù verso una vita di nulla, ora
invece vi è dentro fino al collo e non sa come uscirne.
Giuseppe ha un amico fin dal tempo
delle elementari: Nappo (diminutivo per Napoleone). Nappo nella vita ha solo
quattro interessi:
1)
il coro (retto dalla
ex moglie, Patrizia)
2)
la bicicletta
3)
le donne
4)
le donne
Nappo è uno un po’ fuori di
testa, e vive di zingarate ed eccessi alla “Amici miei”, seppure viva a Biella
(e non a Firenze) e dato che Giuseppe “non c’ha proprio un cazzo daffà!”
preferisce la compagnia di Nappo a quella della casa infestata da Testimoni di Geova invasati.
Un giorno va con Nappo al coro
proprio per il motivo di “non averci un cazzo daffà” e lì, sebbene in là con
gli anni, rimane folgorato dalla soprano, Elisa. Colpo di fulmine e parte la
storia d’amore…una storia d’amore fra due persone entrambe sposate ma con
coniugi, per motivi diversi, inabili ad amare e ad essere amati. Una storia d’amore
fra due persone che entrambi hanno bisogno di rinascere da una vita che li
affossa inesorabilmente.
In questo film c’è solo
borghesia stizzosa e lunatica che non ha problemi economici. Qui la crisi
dell’indebitamento pubblico non esiste. Non esiste la speculazione finanziaria
e lo spread con i bond tedeschi. Qui non c’è recessione né deflazione né
stagnazione. Qui c’è solo la ricerca dell’amore e un’idea molto romantica della
musica come ancore di salvataggio dal nulla. Qui si vive a Biella, sospesi in
una vita che in realtà non esiste, presuppostamente immersi in un’ artistica
ricerca dell’amore guidato dalla musica capace di togliere tutti i peccati del
mondo.
Insomma, seppur la seconda parte
del film sia un po’ meglio della prima e seppur nella seconda parte qualche
sorriso ce lo strappi, il film è una discreta palla. Ricorda molto i
noiosissimi film di pupi Avati e un po’ le pubblicità del Mulino Bianco.
Avrebbe potuto essere la grande
occasione di Marco Messeri, che ha un ruolo da completo protagonista, ma non lo
è stata. Troppo legato, compassato, molto drammatico, meccanico e poco leggero
come invece il ruolo richiedeva. Probabilmente è più attore da teatro che da
cinema.
Consigliamo, infine, a Ricky
Tognazzi di cambiare genere. Magari sceglierne uno più impegnato e arrabbiato
dove forse le sue sdolcinature potrebbero ben amalgamarsi con il tema.
Voto: 2 stelle.
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