La cocciutaggine, di Nicole mi eccitava certe volte. Parlandoci
via Skype o chattando via Facebook proprio mi eccitava e la voglia di metterla
sotto era grande.
Volevo legarla, tipo hogtie giapponese, e sodomizzarla
ficcandole la testa in un sacchetto di plastica per procurarle asfissia.
Era un impulso violento che provavo senza ragione.
Provavo piacere all’idea di metterla sotto e regalarle un
orgasmo in una situazione estrema.
L’idea che l’hogtie fosse nato per legare i maiali e rendere
immobili essere cocciuti fino a farne un pezzo di carne fra le proprie mani si
faceva imperioso quando lei mi parlava.
Era un capricorno. I capricorni è difficile piegarli. E
questo non faceva che aumentare il desiderio di farne un corpo inerte e senza
vita fra le mie mani,
In chat su Facebook stava parlando di un suo amico ,
capricorno anche lui.
Diceva di non essere come lui.
-
Yep,
but I think of him as super cautious, very methodical in his ways, needs to
have everything perfect
-
Poi ebbe un momento di pausa ed aggiunse:
-
(ooh,
sounds a little like me actually) Resistant – OK – maybe you are right J
Quell’ ooh sounds a little like me actually mi
eccitò.
-
That
is YOU – le risposi
-
OK.
I give in. I relinquish my stubbornness on this topic J not relinquish, I mean, concede
-
That
is what makes you sexy in my opinion
- J J J
Com’era cominciata in me quella tendenza pervertita?
Mi pare di ricordare che fosse cominciata nel 2008 con Ayako,
che durante un amplesso mi chiese di strozzarla.
Non l’avevo mai fatto ed all’inizio non volevo. Lei insisté
però. Cominciai dapprima premendo leggermente sul suo collo, vicino alla
carotide; poi su sua insistenza, la mia pressione aumentò. Più premevo più vedevo lei eccitarsi e bagnarsi mentre
stavo dentro di lei. Sentii aumentare il piacere. Più il mio piacere aumentava più
aumentava la mia pressione sulla gola di Ayako.
Alla fine la vidi cambiare colore. Aveva preso un colore
cadaverico. Sembrava non respirare e tuttavia non si ribellava. Accettava inebriata la morte. Il mio piacere
era alle stelle. Anche il suo. La mia e la sua ragione erano dileguate.
Di colpo
ripresi possesso di me. Mi fermai.
E lei respirò
finalmente. Tossì. Lentamente riprese colore…ritornò alla vita.
Sospirai di
sollievo mentre osservavo stralunato le tracce rosse che le avevo lasciato
sulla gola.
Da quel
giorno l’istinto rimase sopito dentro di me come fuoco sotto la cenere.
Nicole aveva
soffiato sulle ceneri ed il fuoco si era ravvivato e sotto la spinta di quel
fuoco nero avevo preso a guardare video porno di asfissia con l’acqua.
Vedere corpi
nudi, rotondi e lucidi di acqua era assai eccitante.
Ve n’era uno
abbastanza animalesco, con una bella ragazza americana formosa. Dai seni ampi e dalle natiche carnose e
robuste, incatenata ad un giogo che le bloccava il collo e le braccia ed era
sottoposta ad un getto d’acqua fredda e possente.
Quel corpo
pieno, lucido e sodo, nel suo nudo quasi animale esposto alla violenza del
getto d’acqua e alla conseguente asfissia che il getto freddo le procurava mi
eccitò riportandomi ai pensieri di Ayako.
Mi ricordai
di quella sera a Livorno che, mentre la penetravo, presi dal minibar una
bottiglia di prosecco e senza nemmeno aprirla gliela infilai in culo con forza
e cercai di nuovo di strozzarla.
Lei veniva a
ripetizione e mi moriva fra le mani…
A quell’epoca
avevo preso a frequentare un filosofo neoplatonico che si ispirava ad una
repubblica teocratica sul modello di quella iraniana. Paul DiLio.
Italo-americano. Aveva insegnato per alcuni anni filosofia greca e lingua greca
e latina in varie università degli Stati Uniti.
Poi aveva
deciso di trasferirsi in Italia, terra dei suoi avi.
Io e Paul
parlavamo spesso di donne e spesso concludevamo che la teoria
aristotelica per cui le donne non hanno anima fosse condivisibile.
Non era che non avessero anima. Non avevano l’anima logica.
L’avevano solo sensitiva. “Uterina” la definivamo, mentre l’uomo (il maschio) era un crocevia
tra quella logica e sensitiva (i.e. “fallica”).
Che la donna si abbandonasse continuamente a quella uterina
(dal momento che quella logica era tabula rasa) e si sottomettesse spesso
all’archetipo dell’uomo bruto e animale, perché alla fin fine la donna stessa
si riduceva a percepire il suo status archetipico di preda e merce di scambio,
ce lo confermò un episodio che esasperò il povero Paul.
Paul era uscito una sera a cena con la classe a cui
insegnava. Una classe di sole donne. Verso le una di notte quando le ragazze
della classe erano piene di alcol (una costante delle donne anglosassoni è
quella di distruggersi nell’alcol oltreché vestirsi come zoccole quando escono
– notava Paul) Allison, neozelandese, conoscendo che Paul aveva un debole per
Katharina, una ragazza di Innsbruck, esile e dai modi garbati e gentili,
tettine piccole e aria da madonna, gli spiattellò in faccia che, quell’angelo
che Paul aveva tanto idealizzato quasi fosse in agone poetico con Petrarca, in
una discoteca di Firenze si era fatta scopare da due algerini e da un
energumeno brasiliano tutto muscoli e cazzo.
La faccia di Paul deve averlo tradito perché Allison infierì
descrivendogli i particolari:
-
Lui era alto enorme. Un vero energumeno. Avrà avuto
trentasette, trentotto anni. Mentre ballava la prendeva per i fianchi la girava
e si appoggiava il culo di lei sul cazzo. La sua amica, Claudia, che viveva nello stesso appartamento con Katharina, era disperata. Claudia conosceva il
fidanzato di Katharina, erano amici. Non sapeva come fermarla. Lo sai che tutte
le notti si portava a a casa un uomo diverso?...Claudia era
imbarazzata…disperata direi.. Io non sono così. Io sono sentimentale…posso dare
il mio corpo ad un uomo solo se lo amo. Non posso tradire così facilmente con
un uomo il mio compagno…
-
Certo che son proprio tutte troie le donne! Ci son
rimasto così male quando Allison me l’ha raccontato. Io ero innamorato di
Katharina. La rispettavo. Ho titubato ad invitarla. Ero l’insegnante e lei la
studentessa. Avevo, ho, rispetto per il ruolo che copro. La vedevo venire in
classe stanca la mattina ed io ero dispiaciuto…e ora capisco perché era stanca…si
era fatta trombare tutta la notte…ed io pensavo che …come ci sono rimasto male!…e
pensare che io volevo invitarla a casa mia a mangiare u’ pulp’ affocat’ come facevano i miei nonni… - concluse Paul al
colmo della disperazione mentre eravamo al self service per la pausa pranzo
-
Certo che ti
capisco Paul. Ci sono rimasto male anch’io che non c’entro niente, perché mi ricordo
come me ne parlavi…ne parlavi ispirato…per te era una creatura angelica…
-
E invece è una troia!
-
Tutte le donne son troie Paul. Mai abbassare la
guardia. A me Ayako mi ha sempre rispettato perché la prima volta che l’ho
inculata l’ho fatto di forza e poi mentre la sodomizzavo le ho infilato il capo
fra i libri della libreria del mio appartamento. Eppure mi rispettava . Anzi
spesso si lamentava di un ragazzo che era innamorato di lei e diceva che era
troppo sdolcinato, troppo gentile…lei preferiva uomini forti ed un po’
violenti…
-
Eh! – sospirò Paul – c’hai ragione…son proprio troie…
Il colloquio con Paul diede carburante alla mia perversione
per lo hogtie: donne come carne, donne come scrofe. Null’altro doveva essere
per me la donna.
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