"Una societa' che permette a me e Lou Reed di imperversare
E’ una societa' che va alla deriva e prima o poi sprofondera’ " (David Bowie)
La mia mente ha preso il volo
Un pensiero, uno solo
Io cammino mentre dorme la città
I suoi occhi nella notte
Fanali bianchi nella notte
Una voce che mi parla chi sarà?
Dimmi ragazzo solo dove vai,
Perché tanto dolore?
Hai perduto senza dubbio un grande amore
Ma di amori e' tutta piena la città
Si era addormentato sulla
spalla di Kenneth, il suo produttore.
Aveva chiuso gli occhi subito
dopo la partenza.
Il viaggio da Malta a Roma lo
aveva stancato.
Sì era addormentato sulla
spalla di Kenneth d’improvviso ed era caduto in un sonno profondo che nemmeno
le scosse dell’autobus disturbavano.
Poi aveva cominciato a
sognare.
In sogno gli era apparso un
uomo che si perdeva in una città. Una città piena di dolore. Una città sola
dove non c’era nessuno.
Nel sogno aveva volto gli
occhi al cielo e si era sentito sollevare su verso l’alto verso i suoi spazi infiniti.
Ed era felice mentre saliva su verso la luce chiara della luna e vedeva la
sagoma della città infelice rimpicciolirsi sempre più…sulla luna ad aspettarlo
vide che c’era qualcuno…c’era Angie…
L’autobus ebbe un sobbalzò.
L’autista aveva frenato troppo bruscamente.
David si riscosse e con lui Kenneth
che pure si era addormentato..
David guardò fuori dal
finestrino. Vide che l’autista del pullman si era fermato in una piazza
dall’aspetto lunare e stava parlando con qualcuno. Forse cercava di farsi spiegare
dove fosse l’Hotel Reale in cui avrebbero alloggiato.
Fuori del bus era ancora buio
ma il sole cominciava a manifestarsi.
Finalmente erano arrivati.
Sei ore di autobus li aveva distrutti.
Si era incazzato quando era arrivato
con tutti gli altri a Roma ed aveva saputo che avrebbero dovuto fare sei ore di
bus per arrivare in questa cittadina della Toscana dall’aria bizzarra sotto
l’effetto di un’alba appena cominciata.
Lo colpì quella piazza. grande
e selenica con al centro una chiesa, il punto di riferimento di tutta la piazza
quasi fosse una torre di controllo
Ground control to major Tom
Era come un monolite al
centro della luna che indicasse una zona d’atterraggio
Now it's time to leave the capsule if you dare
-
David! Ehi David!
Mi senti? Ma che stai pensando?
David si era soffermato sulle
scalette dell’autobus ad osservare rapito la visione di quella chiesa, quasi
fosse un monolite davanti a lui, appena dorato dai primi raggi del sole come
nell’alba del primo giorno sulla terra.
Quella voce lo distolse dalla
visione.
Era una voce che conosceva.
Si voltò verso la voce e si
trovò davanti Angie.
-
E’ bello vederti
Angie- disse David con un sorriso. E le diede un bacio – ma come hai fatto ad
arrivare qui prima di noi?
-
Sono venuta con
una macchina a noleggio da Firenze. Ero lì da due giorni, da amici. Immaginavo
che sareste arrivati prestissimo. Ho controllato gli orari dei voli di arrivo a
Roma da Malta. Sull’autostrada da queste parti ho visto davanti a me un pullman.
Vi ho riconosciuto e vi ho seguito. Diciamo che è stata una bella fortuna
incontrarvi così per caso
David era contento. Ce
l’aveva fatto a raggiungerlo. Finalmente avrebbe scopato.
Da Malta dove si trovava per
il festival della Canzone le aveva inviato un telegramma
TOWN MONSUMMANO
TERME 30TH SMALL TOWN TWO HOTELS LOVE BOWIE
Angie era diretta a Cipro a
trovare i suoi genitori e aveva deviato per lui.
L’attrazione sessuale verso
David era forte. E di questo David si sentì lusingato.
Era la compagna fissa di
David Angie. L’aveva conosciuta che lei aveva appena diciannoveanni.
Ehi Kenneth! Hai visto chi
c’è? C’è Angie!
-
Hello Angie. What a nice surprise!
-
Hello Kenneth
Non si piacevano molto in
realtà Angie e Kenneth. E per questo il saluto fu un po’ freddino.
-
Hey! avete
sentito che qui c’è una famosa grotta? Una specie di sauna naturale. Pare che
faccia molto bene. Soprattutto bere le sue acque…abbiamo un paio d’ore libere
prima di andare al teatro per le prove Facciamo il check in all’ hotel e poi
andiamo là…che ne dite?
-
Grande idea Kenneth.
Magari ci togliamo di dosso un po’ di stanchezza. Tu che ne dici Angie
-
It sounds good
guys
Take your protein pills and put your helmet on
-
Kenneth
io vengo in macchina con Angie all’Hotel. Ok?
-
Ok David see you there blokes!
Dentro la grotta
c’era un atmosfera di un altro mondo. Forse era l’effetto delle luci. Forse gli
anfratti stessi della grotta. Pareva che in quelle rocce concretatesi nei
secoli fossero incubati esseri dall’aspetto deforme, racchiusi in gusci pronti
a dischiudersi da un momento all’altro a causa del calore che illanguidiva
l’aria..
In quella grotta
gli pareva di essere dentro l’utero di un asteroide che viaggiasse nello spazio
verso una destinazione sconosciuta. Ebbe da subito quella sensazione. Appena
entrato.
Il caldo. Le stalattiti.
I colori alieni che le luci causavano illuminando le pareti, le forme
plastiche…
Si respirava
un’atmosfera di eterna incubazione.
the stars look very different today
Gli pareva di
aprire una porta e di perdersi nello spazio
infinito
This is major Tom to ground control, I'm stepping through the door
And I'm floating in a most peculiar way
And the stars look very different today
Una mano lo
toccò. Era quella di Angie che gli sedeva sulla sedia a sdraio accanto. Lo
riportò sulla terra da cui si era staccato ed osservava da lontano.
Tell my wife I love her very much, she knows
Si ricordò che
nessuno ce la faceva a vivere con lui. Tutti dopo un po’ scappavano.
Angie era l’unica donna che
riusciva a sopportare più di una settimana.
Angie lo strinse a
sé e lo baciò.
Davide corrispose
al bacio. Poi si ritrasse e la osservò da una certa distanza.
-
Perché
mi guardi così David?
-
Angie…
-
Sì?...
-
Ma ti
sei mai accorta che tu ed io ci assomigliamo tantissimo? Sembriamo quasi due
replicanti
-
???
Era bionda. Alta.
Con un volto lungo come il suo. Filiforme come lui. Lo stesso tipo di naso e
labbra più o meno uguali: sottili. Anche lo stesso taglio di capelli. Forse era
per quello che stavano insieme.
Una volta David
voleva stare con una ragazza.
-
Perché
non ci mettiamo insieme io e te? – le aveva chiesto
-
Abbiamo
qualcosa in comune? - gli aveva risposto quella ragazza. E difatti non si erano
mai messi insieme
Angela l’aveva
conosciuta che lei aveva diciannove anni.
Uscivano con lo
stesso ragazzo. E alla fine si conobbero. Avevano un flirt in comune. E da
allora erano divenuti inseparabili. Avevano molto in comune soprattutto nel
corpo. Riconosceva in lei l’alieno che c’era in lui.
Ma
indipendentemente dall’uno e dall’altra l’alieno che era in loro li aveva
spinti a concedersi di nuovo a quel ragazzo in comune.
Forse era per
questo che riuscivano ancora a fare coppia: erano perfettamente simili. Troppo
simili per amarsi però.
David era stato
innamorato una sola volta ed era stata un’esperienza terribile. Si era sentito
come se fosse stato malato. Era completamente svuotato, anchilosato, stordito.
Una condizione veramente odiosa. Per lui l’amore fu veramente una condizione
odiosa. Aveva provato di tutto: ansia, stordimento, rabbia, gelosia…tutto
tranne che amore…
-
Stavo
pensando al major Tom…
-
Major
Tom? Who’s this guy?
-
He
was floating in the space…era uscito per una passeggiata nello spazio e ha
perso contatto con l’astronave Here am I
floating round my tin can far above the moon….mi sta venendo in mente le
parole di una nuova canzone…ho come delle visioni. Dev’essere questa città.
Soprattutto dev’essere questa grotta. Mi sembra di essere nell’utero un
asteroide che viaggia nello spazio ad una velocità pazzesca. O forse è la
schizofrenia che c’è in me. Io Angie quand’ero piccolo son passato dal ghetto
nero di Brixton alla campagna con le fattorie…e questi contesti così diversi mi
hanno segnato come schizo…o forse è la pazzia, la follia che è nei geni della
mia famiglia. Siamo una famiglia di folli Angie. Siamo tre figli illegittimi…mio
fratello è pazzo …mio padre ha sempre fatto il possibile per non
lavorare…follia e genio? Mi piacerebbe che fosse così Angie…
Angie lo abbracciò tirandolo a sé.
-
Ti
manco quando non ci sono David?
-
A lot
Angie! A lot! – e la baciò. Ma mentiva e lo sapeva. Quello che gli mancava di
lei quando non c’era era il suo corpo. Il sesso con lei. Era malato di sesso.
Aveva bisogno continuo di sesso, come una belva che ha bisogno di carne quando
ha fame. Lui aveva sempre fame. A Soho
andava spesso al Marquee quando aveva voglia di scopare. Lì ci andavano tutti i
musicisti a far finta di parlare di musica ma in realtà ci andavano per scopare.
C’era dei pezzi di fica notevoli e spesso calavano in città turiste che venivano
apposta al Marquee solo per farsi chiavare da qualche musicista di
rhytm’n’blues. Quando ci suonava passava la serata col cazzo duro: soprattutto
d’estate quando davanti a lui c’erano tutte quelle fighe con certi coscioni
tosti che lo arrapavano come un cavallo…
-
-
Saranno
i tempi David – disse Angie
-
What
do you mean? – un po’ seccato per essere stato interrotto nella sua eccitazione…
-
Non
sai che gli americani stanno preparando lo sbarco sulla luna. So, you are sort
of symphatetic…
-
Sort of time perception? Geistzeit?
-
Sort
of…
Kenneth era preoccupato
da quando erano entrati in sala per registrare. Quei tre musicisti che gli
aveva fornito l’organizzazione del Festival del Disco non gli ispiravano
fiducia.
Lui la gente la
vedeva lontano un miglio.
Erano fake. E difatti non potevano accompagnare
David. Non sapevano nemmeno leggere la musica.
-
OK David it won’t be a problem. Ne abbiamo risolti altri a Malta. Ce l’hai
la pista con te no?
-
Sì.
L’ho portata
-
Bene!
Allora tu fai le prove su quella. Io mi do da fare per trovare qualcuno che ti
accompagni
Mentre David
provava accompagnandosi con la pista Kenneth passò in rassegna tutti i
cantanti. Sì fece dire che sapevano fare.
Scoprì che molti
di loro sapevano suonare uno strumento.
Thank God! Anche
se non sarebbe stato il massimo almeno un gruppo per accompagnare David lo
avrebbe messo insieme.
Difatti per la
sera Kenneth aveva messo insieme un
gruppo che avrebbe potuto accompagnare abbastanza bene David con la sua When I live my dream.
Kenneth era
soddisfatto del proprio lavoro. Gli ci erano volute quasi sei ore di lavoro
frenetico per mettere insieme quel dannato gruppo. Ora tutto era pronto.
Aveva anche
saltato il pranzo e perciò decise di recarsi al bar per prendere qualcosa da
mangiare.
Mentre
attraversava la hall dalle scale stavano scendendo David e Angie, che si erano
già preparati per andare a teatro.
Fuck! Erano uno spettacolo. Fucking amazing!
A Kenneth passò
di colpo la fame e si fermò a guardarli.
Prima si andava
ripetendo I am famished! I am famished!
Ora l’unica cosa
che riusciva a ripetere era Holy shit!
Holy shit! Fuck! Fuck!
Fra i due non
sapeva chi fosse la ragazza.
David aveva quei
suoi famosi capelli da alieno rossi con un abbondante ciuffo a spazzola e
lunghi fino alle spalle.
Indossava una
tunica bianca, con maniche lunghe ed ampie, che appena gli copriva i glutei e
poi degli stivali alti, anch’essi bianchi,
fino al ginocchio. Aveva il volto completamente truccato. E con un sorriso
terribilmente sexy.
Era bellissimo.
Un androgino perfetto. A perfect fucking
whore!
Kenneth quasi ne
fu eccitato a vederlo. Aveva delle cosce muscolose e tornite che fuoriuscivano
dalla tunica che erano uno schianto.
Di sicuro avrebbe
mandato in estasi il pubblico e soprattutto le ragazzine che anche se non
sapevano chi fosse era tutto il giorno che gli correvano dietro per Monsummano.
Angela gli stava
sulla sinistra.
Aveva dei capelli
biondo platino un po’ sullo stesso taglio di David. Indossava un abito bianco
lungo fino ai piedi che le lasciava scoperte tutte le spalle e buona parte
della schiena e metteva in evidenza un audace decolté.
L’abito era così
trasparente che si vedeva benissimo che Angela indossava nient’altro che un
paio di slip.
Tutti nella sala
tacevano e guardavano i due scendere lentamente le scale.
Sembrava una
strana coppia di pervertiti che si recasse all’altare nuziale.
When I live my dream, I'll take you with
me
Riding on a golden horse
We'll live within my castle, with people
there to serve you
Happy at the sound of your voice
Happy at the sound of your voice
Baby, I'll slay a dragon for you
Or banish wicked giants from the land
But you will find, that nothing in my
dream can hurt you
We will only love each other as forever
……
When I live my dream, I'll forget the hurt you gave
Then we can live in our new land
Till the day my dream cascades around me
I'm content to let you pass me by
Till that day, you'll run to many other men
But let them know it's just for now
Tell them that I've got a dream
And tell them you're the starring role
Tell them I'm a dreaming kind of guy
And I'm going to make my dream
Tell them I will live my dream
Tell them they can laugh at me
But don't forget your date with me
When I live my dream
Quando cantò quella canzone sul palco con lo stile lento di Ragazzo solo, Ragazza sola la gente lo
guardava come se vedesse sul palco la reincarnazione di Shelley il poeta
inglese che aveva colpito i cuori degli italiani più di un secolo prima e che
era annegato nella vicina La Spezia e le cui ceneri erano sepolte a Roma come
quelle di Keats.
Si muoveva in una maniera nuova sul palco. Dopo Janis Joplin
qualcuno portava uno stile nuovo sul palco, quello di un aristocratico alieno.
Lui si definiva una capra belante ma che sapeva portare finzione
sullo stage. Si considerava il precursore di una nuova scuola di impostori. Ma
gli riusciva naturale perché quella era la sua natura. Fingeva fuori quello che
era dentro.
Era il suo modo di essere generoso, fingeva fuori quello che era
dentro e lo metteva a disposizione del prossimo, come il più grande degli
impostori.
I suoi occhi lo avevano
fatto passare per un alieno. L’occhio destro non aveva lo stesso colore del
sinistro.
Era il segno del suo essere di un altro
mondo che trovava conferma. E lo spirito alieno era lo spirito che lo aveva
guidato fin dall’inizio.
Finalmente i suoi sogni prendevano forma.
Dopo anni di sole speranze.
E sentiva la forza del suo successo in una
natura che abitava in lui.
Il desiderio è un grande motore e il
desiderio l’aveva spinto ad essere quello che aveva voluto.
Era questa la natura dell’Essere? Il
desiderio?
Anche gli animali provano desiderio.
Era dunque lo spirito animale che lo
spingeva avanti?
Guardò Kenneth,
il suo producer. Era a braccetto con Francesco Figueras, il delegato spagnolo.
-
Kenneth
come ti ho anticipato – stava dicendo Figueras a Kenneth – il tuo cantante ci
ha impressionati notevolmente. E’ bravissimo…peccato per l’accompagnamento…
-
Lo so
Francesco…but you know that…this is not our fault this is yours…ci avete
mandato dei disgraziati che nemmeno sapevano leggere la musica
-
…comunque
Kenneth noi siamo stati impressionati dalla sua cordialità e dalla sua
indiscussa bravura e per questo abbiamo creato un premio speciale per lui.
Vorremmo perciò premiare la sua canzone When
I live my dream con un premio speciale della giuria…
Kenneth si voltò
verso David che aveva sentito tutto e alzò l’indice ed il medio in segno di
vittoria.
-
Si sentiva ambizioso lui? No, non era
ambizioso. Aveva dentro qualcosa che doveva portare fuori. Lo chiamava
desiderio. La voglia di esternare la sua vera natura lo aveva portato su quel palco
a vincere il suo primo premio. In un paese della Toscana dalla natura strana
nel quale con ogni probabilità mai più vi sarebbe ritornato.
Ma qui aveva capito una cosa importante:
che ce la poteva fare.
Che doveva semplicemente essere quello che
si sentiva di essere per farcela.
Che le visioni che aveva erano quelle
giuste. Che il suo genio e follia erano quelli giusti.
Che ora era il momento
Che la carne fresca, la gioventù,
l’ingenuità erano le armi che lo rendevano immortale: Che poteva truccarsi, vestirsi
e danzare sul palco con quella sfrontatezza ed ambiguità che Lindsay Kemp gli
aveva insegnato:libera il demone e l’angelo che c’è in te.
E così avrebbe fatto finché il sangue le
ossa, i muscoli, i tendini e la carne
gliel’avessero permesso.
Ora era il suo tempo.
Era uno splendido e perfetto fucking
animal. A fucking piece of meat!
Making love with
his ego Ziggy sucked up into his mind
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